Join Me è una campagna organizzata dal sottoscritto per diversi scopi
morali e culturali.
Leggi l'aggiornamento 2004/2005!
|
|
Per
quanto riguarda il punto
numero uno, vorrei specificare, per i miei amici più cari ancora
dubbiosi, che sì, sono proprio io! Quello che per diversi anni
è stato convinto che quella ragazza, la sua sposa ideale, unica
nel suo genere, gli fosse girata intorno per un annetto per poi andarsi
ad imboscare e statalizzare con un altro. Siccome non voglio credere
che lei fosse l'unica, ho deciso di impostare questa campagna. Insomma,
io ci spero ancora... |
Scopo amicizia |
Allora... da dove incominciamo? Quest'estate,
mentre ero in vacanza-lavoro a Stromboli, ogni tanto
seguivo di sfuggita qualche partita degli Europei di calcio.
|
|
Io odio il
calcio, il mio sogno
horror-erotico preferito è vedere le immagini di un incidente
frontale tra le auto di Biscardi e di Mosca (a voi capire le sottili
implicazioni della definizione "horror-erotico"). Considero il calcio
un addormenta-coscienze (i latini coniarono la locuzione "panem et
circenses") quasi pari al Grande
Fratello, forse con maggiore ipocrisia. |
Calcio-sport |
Per
l'Italia, però a volte mi piace
provare ad appassionarmi alla partita o alle prove Olimpiche di atleti
connazionali. Non so, magari per sorridere delle polemiche su chi canta
l'Inno e chi no... o per contare le medaglie e scoprire di essere
subito dietro a nazioni grandi come USA e Cina.
Il giorno
successivo alla semifinale in cui l'Italia batté
l'Olanda, trovai questo
articolo di Massimo
Gramellini su "La Stampa". Leggetelo, vi prego: si trova su un
giornale che non è che mi esalti, ma non lo considero nemmeno
tutto quel male che se ne dice. Basta avere ben chiaro chi ne è
il proprietario e quindi prendere con il dovuto distacco una parte
delle notizie.
L'avete letto? Bene! D'altronde,
prima di criticare qualsiasi cosa, perfino il calcio o un
articolo che lo riguarda, bisogna averlo esaminato. Solo uno stupido
potrebbe dire "a me del calcio non frega niente", perdendosi quindi, in
questo caso, questa interessante analisi fatta dal giornalista. E
purtroppo io conosco quello stupido!
Vi siete
ritrovati in quel ritratto? Vi considerate fortunati e
tartassati, in credito nei confronti dello Stato parassita ed
opprimente eppure incapaci di organizzarvi per avere uno Stato migliore?
|
|
Capita spesso
anche a voi di pensare che
tutti gli Italiani siano idioti? Ma in questi casi vi ci mettete anche
voi oppure no? Già, perché caso mai non ci aveste
pensato, il governo e in generale tutti i politici sono identici agli
altri cittadini: solo che hanno più potere. |
Italia |
Se i
cittadini sono tendenzialmente
onesti, lo saranno i politici. Se i cittadini tendenzialmente rubano,
ruberanno anche i politici. In entrambi i casi, amplificando
all'ennesima potenza (ecco perché non credo che avrò mai
voglia di andare in vacanza in Serbia o in Albania).
A dimostrazione di ciò vi inviterei a
leggere un altro pezzo di
costui che è
ormai diventato il mio giornalista preferito (insieme naturalmente a Curzio Maltese e Marco Travaglio).E' una questione matematico-statistica: immaginare che tutti gli idioti presenti nella popolazione di uno stato finiscano per fare i politici viola le leggi della probabilità. Anche se indubbiamente tra i politici si conta un numero percentualmente superiore di idioti, un po' come in tutte le categorie di persone che aspirano a poter dettare legge sulle vite degli altri (un certo Shakespeare una volta disse qualcosa sugli avvocati...). Ma non usciamo dal seminato. Io credo di
sì... E' decisamente vero: noi Italiani siamo genio
e sregolatezza. Non ci piacciono le regole, siamo troppo individualisti
e ognuno di noi pensa di poter fare le cose meglio di chiunque altro.
Siamo oltre il sogno americano: si dice spesso che la piccola impresa sia l'anima dell'economia italiana, ma questa definizione è sia un pregio che un difetto. Noi abbiamo tante piccole imprese perché non siamo capaci di metterne su una grande senza fare casino e litigare tra di noi (pensate a come sono ordinati i tedeschi o gli scandinavi). Come dite? Ci sono delle eccezioni? Sì, ma se ci pensate bene sia nelle ditte piccole che in quelle grandi il numero di persone intelligenti è il medesimo ed è inferiore alla decina. Tutti gli altri fanno solo massa. Essere intelligenti non è un difetto, ve lo dice uno che sa di cosa si sta parlando! Il punto è che si rischia di farsi prendere da manie di onnipotenza e di poter quindi travalicare la legge, le regole democratiche, le regole economiche, le regole dello spazio-tempo... E quindi si fa in fretta a fare casino. La cosa positiva è che comunque, come fa notare Gramellini, alla fine ci va sempre bene (a Napoli hanno delle definizioni più pregnanti). Mantenendo peraltro i vantaggi che derivano dal suonare ognuno una corda diversa: abbiamo un mucchio di idee e facciamo/costruiamo tante cose belle, dalla musica ai vestiti alle case alle auto. Dal Rinascimento al mio amico Fabrizio è tutto un susseguirsi di grandi idee... Con l'handicap che queste sono state sfruttate un po' poco perché poi sono arrivati altri popoli più organizzati di noi (Meucci per esempio potrebbe darci delucidazioni...) e le hanno diffuse su scala planetaria. Ma NOI ci siamo arrivati prima! Abbiamo accennato al fatto che tra di noi sono presenti degli idioti. Purtroppo è un argomento da non sottovalutare. |
|
E' un problema diffuso in tutto il mondo,
non è solo italiano. Tant'è che un famoso fumettista americano ha coniato
l'espressione "Induviduo" (dall'inglese In-duh-vidual,
gioco di parole che significa all'incirca "individuo-tonto") per
identificare queste persone. |
Induvidui |
Il vantaggio
che si ha nell'usare questa
definizione è che se date a qualcuno dell'idiota, rischiate
botte e querele. Se invece lo chiamate Induviduo, è probabile
che lui vi ringrazi e si senta felice.
In questi giorni abbiamo sotto gli occhi un esempio talmente lampante che rende questo discorso fin troppo facile... E' come sparare sulla Croce Rossa. Il Grande Fratello! Il telegiornale di giovedì sera, ore 24:30 circa, su Italia 1 (e vabbé, direte voi...) riporta tra i titoli la notizia "Sergio è stato eliminato dal Grande Fratello"... "Sergio era diventato famoso con il soprannome di Ottusangolo assegnatogli dalla Gialappa's Band". Ma io dico: chissenefrega di Sergio, del soprannome che gli hanno dato e di tutto il resto? E' una notizia da entrare in un telegiornale? Un po' come le vittorie del superenalotto... sono tra le notizie che vengono date in mezzo ai fatti di cronaca di un telegiornale... Per lo meno il fatto che venga citata la Gialappa's tira un po' su il tono del programma! Il Grande Fratello non dovrebbe esistere, è inguardabile e men che meno se ne dovrebbe parlare. Non è un programma, è una fiera di rintronati pagati per alimentare chissà quale (finta) morbosità di un pubblico reso demente. E non mi interessa se sono attori o se agiscono spontaneamente... non mi interessa nulla delle vite di perfette persone inutili (non le conosco, ma il fatto che siano lì mi fa propendere per questa ipotesi!) e non le voglio vedere... Come se io mi presentassi con degli amici a casa di qualcuno e cominciassi a parlare dei fatti nostri, supponendo che a quel qualcuno interessi. E il
superenalotto... poi ci si lamenta che i giovani non studiano!
Cose dette e ridette, ma l'unica cosa che ti fanno credere che conti
davvero sono i soldi e l'apparire (in TV, se possibile). Quindi,
perché studiare?
|
|
E' una truffa basata sulla
stupidità. Le probabilità di vincere sono talmente
poche... eppure la matematica è tra le materie meno amate e
studiate. |
Soldi/Matematica |
Quindi fa
molto più effetto sentire
dire che ogni mese un italiano su 55 milioni (ma le schedine giocate
sono ben di più) vince una ventina di miliardi: equivale a dire
che prima che una persona all'interno di una cerchia di, diciamo 100,
amici vinca quei miliardi dovranno passare 550.000 mesi, pari a circa
50.000 anni. E quante volte sentite dire al telegiornale "quest'anno
spenderemo 6 miliardi di lire in..." oppure "costerà oltre mille
miliardi in più" senza dire la percentuale, il fattore di
divisione... Sono cifre vuote. Ma d'altronde la matematica è pesante, e poi a chi vuoi che serva per trovare un lavoro, da grande? Ah, certo, per entrare in televisione credo sia requisito fondamentale avere un 4 in quasi tutte le materie. Così uno rimane colpito da quella notizia "spenderemo sei miliardi di lire in più...", e non sa se quei miliardi erano da dividere per l'intera popolazione italiana (con un esborso quindi di circa 100 lire a testa) o se erano da dividere tra i possessori di una Punto Turbo Diesel nell'area del pinerolese (con un esborso decisamente superiore). Ah, per inciso io non possiedo una Punto siffatta né abito nel pinerolese, così non potete accusarmi di interesse privato. Oppure senti dire che un certo prodotto (per esempio la benzina) è aumentato di x lire nel corso degli anni, ma non ti dicono di quanto è aumentato parallelamente il costo della vita. In effetti a questo punto il discorso si sposta un po' sul cattivo modo di fare informazione tipico dei telegiornali. E io non volevo mettermi a parlare di giornalismo, perché non sono un giornalista. Potevo, invece, essere un buon matematico. Comunque, la cosa che secondo me è alla fine ancora più stupefacente (e ci servirà in seguito per altre considerazioni) è che la gente ha abbandonato il totocalcio che permetteva a diverse persone di vincere qualche centinaio di milioni o qualche miliardo tutte le settimane, in favore di un miraggio estremamente più lontano nel tempo. E sì che un miliardo cambia la vita di Induviduo più o meno come venti... ma la stupidità abbaglia! |
|
Tornando al
Grande Fratello e alla
televisione in generale, non va comunque dimenticata la subcultura,
l'ignoranza... |
Ignoranza |
Tutti dicono
che la televisione è
ormai solo più spazzatura: io posso solo portarvi qualche altro
piccolo esempio... ma la mia missione è allontanarvi da
quella spazzatura. Chi fu quella grande giornalista sportiva che quando un corrispondente dal Portogallo terminò una frase con la citazione latina "hic sunt leones"... lei gli rispose "ah, scusami ma io non conosco il portoghese"? Oppure i De Mita & c., i Biscardi, il massacro dei congiuntivi... I giochi a premi (in particolare La ruota della fortuna, ma anche Greed e Chi vuol essere miliardario)... La Settimana Enigmistica al confronto è un'enciclopedia. Ah, e l'inglese che viene preso in giro (forse per esorcizzarlo) ogni volta che si pubblicizza un corso per impararlo... Io poi non ci credo che uno che fa degli errori in quello che è più o meno il suo settore di attività, quando è fuori dal lavoro, sia poi capace di fare bene ciò in cui dovrebbe essere bravo o almeno capace. Eppure conosco traduttori che sbagliano a mettere l'"H" davanti al verbo avere e alle preposizioni, che non sanno usare la punteggiatura... Persone come quelle citate sopra che non sanno parlare l'italiano eppure si fanno rappresentanti di settori in cui l'esprimersi è tutto (politica, calcio, ma non solo). E' come fidarsi di un tassista che quando esce al sabato sera con gli amici guida da far paura, o di un elettricista che non sa accendere il televisore di casa. Io tra l'altro credo di avere il pregio di ricordarmi che cosa la gente ha fatto o faceva anni addietro quando l'ho incontrata la volta prima: purtroppo è una qualità che sta scomparendo. La ritengo invece molto importante poiché mi permette di associare quello che mi viene detto o venduto con chi me lo sta proponendo: e se quel tipo mi ha tirato un pacco sotto altre spoglie è ben difficile che io possa fidarmi ancora di lui. Soprattutto se si tratta di un Induviduo-rappresentante (parente stretto dell'Induviduo-mediatore): ossia uno che non ha niente di suo da presentare se non la propria incapacità a fare un lavoro produttivo. Conosco molta gente che dopo aver venduto prodotti scadenti di una Casa ha cominciato a vendere quelli di un'altra: chiaramente ha cercato di spacciare il suo cambiamento di bandiera come una sua "evoluzione", affermando che l'altra Casa era decisamente inferiore mentre questa è "tutta un'altra cosa". Beh, mi dispiace, ma io da costui non comprerò più nulla. Tra l'altro, dimostra anche una coerenza da politico-banderuola, e si tratta di una delle categorie che odio di più. Peccato che se nessuno si ricorda le porcate che questi hanno fatto quando erano sotto un altro simbolo, loro continueranno a prosperare. |
|
Da quanto abbiamo detto fin qua a parlare
di pubblicità il passo è breve e il legame strettissimo. La pubblicità unisce infatti dei fattori di stupidità e subcultura con degli ineguagliati valori di ipocrisia. Prendete queste frasi: |
Pubblicità |
Nota per gli zelanti: le
ultime due frasi non sono in realtà spot pubblicitari, ma mi
serviranno in seguito per affrontare un altro aspetto del problema.
La quinta è una gustosa perla del
linguaggio computerese (quello
contro cui milioni di utenti e programmatori si scagliano tutti i
giorni).La prima è tratta da un depliant della TNT Traco nel quale si informava del trasferimento da un capannone di dimensioni inferiori a uno più grande. La seconda è tratta da un poster informativo di un grossista di gas combustibili. La terza è l'ingloriosa trovata del famoso portale de... sì, sempre di quel giornale di cui parlavamo prima. Forse dovrei rivedere il giudizio positivo che ho dato. La quarta frase potete leggerla sugli involucri in cellophane e in generale sui sacchetti che racchiudono oggetti di dimensioni voluminose ed è probabilmente (ma non è detto) rivolta ai bambini. Prima di
commentarle ed arrivare al nocciolo del problema, vorrei
intrattenervi ancora un po' con delle mie considerazioni personali.
Cioè, è stupenda, patinata, con
bella gente e belle
inquadrature... Ma i contenuti sono odiosi, diseducativi, demenziali.Su di me la pubblicità (televisiva, ma non solo) sortisce gli effetti contrari a quelli previsti: il nome del prodotto manco lo sento né guardo le facce delle modelle (in fondo, se non posso farmele, che mi importa di come si chiamano, che misure hanno, cosa pensano... perché, uno che fa pubblicità pensa?? (Bisio, perdonami!)) In genere giudico la qualità dello spot (che di solito non vedo ma sento soltanto in quanto sto facendo altro) e di solito mi fa cagare. Quindi non riesco proprio a capire come la pubblicità possa portarmi a scegliere un prodotto piuttosto che un altro. Quella roba
lì non può servire per aiutare a vendere o
per "consigliare" (eufemismo ipocrita). Forse, come ha detto qualcuno,
ha la funzione di guidare le persone sperdute davanti a uno scaffale di
prodotti sostanzialmente tutti uguali.
Per fare degli acquisti sensati, secondo me l'unico modo è provare: METODO SCIENTIFICO!
Ho
semplificato, ma comunque il metodo giusto
è questo. Sempre meglio che tifare Al
Gore for president solo perché un suo omonimo suona nei
Depeche Mode, e io adoro i Depeche Mode (naturalmente è un
esempio di fantasia) *.
Possiamo dunque tornare ad esaminare quelle perle che vi avevo esposto prima, naturalmente precisando che sono state scelte a caso nel mare di idiozie che si sentono in giro. Per quanto
riguarda il sacchetto, è ovvio che quella frase
è uno scarico di responsabilità nei confronti
dell'assicurazione. Il produttore del sacchetto la scrive perché
presupponendo che un giorno qualche Induviduo o figlio di Induviduo si
soffocherà con quel sacchetto (magari giocandoci, magari
cercando di suicidarsi come il tristemente famoso Gabriele Cagliari dei
tempi di Tangentopoli :-) ) vuole avere la coscienza pulita.
Perché altrimenti non si spiega per quale motivo uno dovrebbe
scrivere una cosa così idiota su un sacchetto: per un adulto
è ovvio che non si usa un sacchetto per giocare a suicidarsi, e
un bambino non sa leggere. In entrambi i casi il messaggio è
inutile.
Il discorso
dell'errore inaspettato è più gustoso. Il
punto è che non si sta parlando italiano (o inglese) ma
computerese. Il computer sa che possono verificarsi molti errori
nell'esecuzione del programma (dal suo punto di vista tutti per colpa o
del programmatore o dell'utente, in entrambi i casi Induvidui) e che
alcuni sono "aspettati" ossia circoscrivibili, aggirabili, previsti...
mentre altri no. L'utente invece immagina (sbagliando) di avere davanti
a sé un oggetto funzionante e quindi per lui ogni errore
è "inaspettato". Il fatto che il messaggio ci tenga a precisare
"inaspettato" implica per l'utente che in generale il computer lavora
aspettandosi molti errori, oltre ai quali ce ne sono di "inaspettati".
E' un mondo difficile... (Ricordate: i computer fanno
quello che l'uomo gli dice. Cioè guai.)
Il discorso CiaoWeb è semplicemente stupido. E' il punto d'unione tra la subcultura e il massacro della lingua e del concetto logico con l'ipocrisia strisciante. Che altro si può dire a questi pubblicitari se non "andate a lavorare in miniera!" (il mio tributo sommerso a Grillo comincia a prendere forma!) Che cosa vuol dire "se non hai visto CiaoWeb non hai visto niente"? Eh? Che cosa accidenti vuol dire? E soprattutto come fai ad estrapolare quel "non hai visto niente" cercando di far vedere che una che torna a casa "non ha visto niente" e dunque non vede il marito a letto con un'altra oppure che il commesso al supermercato non ha visto una rapina degna di Hollywood perché non ha visto CiaoWeb? Imbecilli! Il punto
è che le parole perdono di significato... E NON
solo in pubblicità: siccome la gente parla solo più con
le frasi che sente in televisione, finisce per usare le frasi
sgrammaticate o prive di senso degli spot anche per esprimersi
quotidianamente. In realtà lo faccio anch'io,
ma solo da quando un sondaggio ha confermato che le donne trovano
"molto affascinanti" gli uomini che ripetono, parlando con gli amci, le
battute sentite in televisione. Ovviamente quelle comiche.
E, parallelamente, non distingue più il significato di quello che sente dire, negli spot come nei telegiornali. Ogni giorno da tre mesi a questa parte l'Euro "cola a picco", la benzina "vola"... Il politico tal dei tali è "nella bufera"... "Esplode la polemica" su questo o quel problema di secondarissima importanza. La vita di oggi è "sempre più" frenetica... Il mercato è "sempre più" veloce. ** Le parole
non hanno più significato. Su questo si basa la
pubblicità: anche perché, se dovesse usare le parole per
esporre dei fatti, dovrebbe dire cose vere ossia che i prodotti sono
tutti uguali e che "bisogna" sceglierne uno piuttosto che un altro solo
in base a fattori di simpatia o di moda.
In caso ve lo foste domandati, io appoggio pienamente Beppe Grillo e vi consiglio di seguire tutti i suoi spettacoli. E, quando uscite, se possibile non limitatevi a dire "bravo, sì, ma tanto le cose non cambieranno mai". Ma torniamo ai nostri ultimi due slogan. Quello della Traco faceva ridere perché era un modo di presentarsi veramente terra-terra, degno di quelle azienduccie che fanno pubblicità sulle TV locali o sulle riviste specializzate, dove un titolare ciccione con accento piemontese o bergamasco mostra fiero il suo capannone. Per carità, è bello vedere uno che lavora e si dà da fare, ma ti prego, evita di sputtanarti così soltanto per avere qualche cliente in più! Che cosa dici? Se ti sposti in un capannone più grosso lo fai perché hai più soldi di prima e vuoi stare più comodo! A me che vengo a portarti un pacco da spedire non cambia assolutamente nulla: mica ci devo vivere io nella tua sede! E non c'è nemmeno da sperare che con una sede più grossa i clienti saranno serviti meglio perché in nome dell'espansione voi cercherete di avere molti più clienti di prima finendo per dare un servizio caso mai peggiore. Quella del
gas poi è stupenda: ma guarda, non ci avevo pensato
ma al mondo c'è molta gente che lavora per avere incidenti! E io
che pensavo fossero solo i terroristi palestinesi (George scherzavo!)
Mi chiedi "da che parte sto"? Ma tutti
lavoriamo per non avere
incidenti, idiota! Però a volte capitano, sai? Anche se "faccio
mia la convinzione"... A volte la convinzione non basta... A volte non
bastano nemmeno i prodotti di qualità (come difficilmente
saranno i tuoi, viste le idiozie che scrivi)Pazzesco! Eccovi altri esempi di affidabilità dei computer (e di chi li costruisce). Sono un po' tecnici, ma sono sicuro che c'è chi potrà apprezzarli:
Certo, tutti
sbagliamo (non dirò la frase che vi aspettate che
dica).
Solo che, se uno si accorge di un errore,
magari non ricorrente ma
sporadico, o lo risolve o lo ammette e lo segnala come tale. E' come se
al mercato vi dicessero "compri quella bellissima frutta, ma deve
sapere che se la mangia tra le 16 e le 17 di dopodomani potrebbe
rimanerle sullo stomaco, e non sappiamo perchè".Come avete
visto, dunque, è raro
che la gente dica quello che pensa realmente. Agli Induvidui questo
accade sia perché il loro cervello si è fritto, sia
perché sono degli ipocriti.
O per entrambi i motivi, come adesso andremo a
vedere. |
|
Tendenzialmente,
come avrete forse capito,
mi considero uno di sinistra. Mi riconosco nei valori della sinistra
soprattutto perché mi sembrano gli unici che possano permettere
ad una civiltà di evolversi provvedendo al bene comune di tutti
gli elementi che la compongono. |
Ipocrisia |
Ma non avrei
problemi a diventare uno di
destra, se mi venisse detto e dimostrato chiaramente che perseguendo
ideali di sinistra siamo destinati al caos e ad autodistruggerci
(naturalmente, in questo momento, sono portato a pensare che la
destra potrebbe portarci verso tale scenario).
Voglio dire:
mi sembra che da tutte le parti si sentano dire belle
parole sulla collaborazione, il rispetto reciproco ecc., ma poi vedo
che quelle stesse parti proclamano a gran voce posizioni molto
più individualistiche per non dire egoistiche.
Aspirare
alla bellezza, al benessere e al piacere è
perfettamente legittimo, ma nei limiti in cui tutto questo non va a
sopraffare i diritti dell'altro. Tutti preferiamo stare in un posto di
lavoro dove i colleghi sono belli, sani e simpatici, ma anche i
più brutti e i meno sani devono lavorare (per gli antipatici si
può sempre pensare di aprire una filiale su Giove).
Allora, la
mia definizione di ipocrisia è questa: proclamare a
gran voce che anche i "non vedenti", gli "extra-comunitari", i
"portatori di handicap" hanno gli stessi diritti dei cosidetti normali
e poi relegarli fin dalle parole in un ghetto. Già,
perché se non ci fosse il bisogno di avere una bocca pulita e
sorridente che copre un'anima schifida, non sarebbe necessario usare
eufemismi: tra i nostri colleghi troverebbero posto i ciechi, i negri e
quelli su una sedia a rotelle che non avrebbero nessun timore di queste
definizioni perché saprebbero che non è da come appaiono
che verranno valutati, ma da quello che sanno fare indipendentemente
dal colore della loro pelle o dall'aspetto slanciato (cfr. Star
Trek, quando Uhura incontra Abramo Lincoln).
Ecco,
abbiamo appena fatto una nuova scoperta: l'ipocrisia è di
sinistra! Già, infatti la destra lo dice chiaramente che i neri
ecc. vanno rinchiusi e possibilmente bruciati (o ricoperti di letame in
caso tentino di costruire una moschea... vero miei cari leghisti, amori
di un tempo passato? Che bell'esempio di "villaggio globale" ricco di
benessere per tutti, come la destra proclama a gran voce...)
Il punto
è che la sinistra è ipocrita per il semplice
motivo che tenta di mediare la posizione di Madre Natura (solo i
più forti e i più sani devono sopravvivere) con quelli
dell'evoluzione e della saggezza (in una società evoluta tutti
hanno gli stessi diritti nonché doveri). Certo, un altro
problema è che anche la sinistra pullula di Induvidui...
La destra questo problema manco se lo pone:
quindi sembra
più coerente.E'
difficile, certo... Non è nemmeno detto che sia la strada
giusta. Star Trek ci insegna così, ma se andate ad un paio delle
loro convention vi renderete conto che anche là hanno dei seri
problemi.
Ma io sono
convinto che se si evita di diventare Trekker si può
sperare che in un futuro gli umani miglioreranno sempre più. E'
difficile, certo... ma è una sfida fantastica, no? E' più
arduo ma più gratificante inventarsi uno stile di vita
funzionale per tutti, piuttosto che andare a rinchiudere quelli che non
ci piacciono in un lager, no? E per l'umanità le sfide non sono
la molla prioritaria, le scintille di ogni progresso?
C'è
un mio amico
che ci tiene a far notare che lentamente, piano piano, l'umanità
si è evoluta: cento anni fa c'era la schiavitù, le donne
non votavano... Le cose sono migliorate, pian piano...
Ah, e non
voglio vedere nemmeno uno che alzi il dito dicendo "hai visto
che fine ha fatto il comunismo in Unione Sovietica?"
Chi lo fa
è sicuramente uno che lavora a Retequattro,
oppure un
microcervello che balla il mambo insieme alle farfalle in un cranio
semivuoto. Quello non era comunismo, era una dittatura tesa ad
impoverire la gente ED i capi. Una stupidaggine: persone
più sveglie come Imelda Marcos o Pinochet o Craxi hanno creato
un sistema totalitario dove almeno i capi si arricchivano!
Forse, dico forse, all'inizio pensavano di mettere in pratica le idee di fratellanza e comunità... Ma ben presto si sono persi (i sovietici, non Pinochet & c.) |
|
Come dice
spesso il mio amico Nicola,
il comunismo
si basa sul falso presupposto che l'Uomo sia onesto. Questo
dimostrerebbe che siamo molto più ipocriti di quello che si
pensava (e vi assicuro che io pensavo già ad un livello molto
elevato) |
Comunismo |
Eppure,
quando viaggio per strada in auto
e tengo la destra e vedo che quasi tutti lo fanno e che quindi un
sistema lasciato in balia del libero arbitrio di ogni persona tutto
sommato funziona... Mi stupisco, però sembra che certi concetti
come "rispetto della vita altrui" a volte esistano davvero.
Quindi, forse, anche altri concetti che riguardano il bene di tutti non sono soltanto vuote parole. Pensate... con l'ingegneria genetica e gli sviluppi della tecnologia potremmo presto avere da mangiare per tutti, prodigi elettronici per farci vivere, viaggiare e curare a livelli molto più evoluti di quelli odierni... E saranno/sarebbero per tutti, se non ci si ostinasse a volerci straguadagnare, a usare la tecnologia per produrre stupidaggini televisive, se le multinazionali riuscissero a guardare un po' oltre il loro orticello e accettassero di condividere i risultati delle loro scoperte con tutti i popoli della Terra. Non è
fantascienza... i mezzi ci sono: dipende dalle persone
accordarsi. Io sono convinto che con il dialogo o con la forza prima o
poi l'intero pianeta sarà unito.
A questo proposito (del dialogo, non della forza) vorrei consigliarvi la lettura degli appunti di Gino. C'è
anche chi obietta che senza molle o bisogni, senza
necessità, in una società perfetta dove tutto è in
completa armonia, l'Uomo diventerebbe un vegetale, un ebete: costoro
non sono molto lontani da quelli che ho esecrato prima. Ve l'ho
già detto che per gli Induvidui le cose non cambiano molto sotto
governi di destra, di sinistra, di sopra o di fianco. L'importante
è che non cerchino di disturbarmi con le loro idiozie.
Tornando
all'inizio del nostro discorso, ci terrei a chiudere la
parentesi sull'ipocrisia.
Purtroppo sono umano anch'io.Se ci rendiamo conto, se tutti ci convinciamo che solo i migliori, i più belli sopravvivono, basta solo smettere di usare vuote parole per coprire qualcosa in cui nessuno crede realmente. Potrei scoprire di non metterci molto a prendere un porto d'armi e dare una mano alla selezione naturale eliminando gli idioti da questo pianeta. In fondo devo ammettere che se la mia amata Irene fosse stata una cozza, anche se dotata di tutti gli ideali del mondo non l'avrei calcolata per niente. Per chi vuole approfondire, eccovi altri esempi di ipocrisia:
Riallacciandomi
al discorso iniziale,
sicuramente io posso dire di considerarmi un italiano-tipo
nonché un ragazzo-fortunato (un po' come Jovanotti),
forse perfino un eletto perché posso permettermi di pensare, di
lavorare più o meno con gli orari che voglio... Attenzione, non quando
voglio: io lavoro sempre... non esiste un momento in cui non pensi a
quello che sto facendo, è difficile che io sia convinto (tranne
che nei momenti di puro svago...) che quello che sto leggendo o
ascoltando non abbia nulla a che fare con il mio lavoro o il mio sapere.
|
|
Secondo me
chi sa fare non ha né
avrà mai problemi a tirare avanti e bene. Il problema sono tutti
gli Induvidui, quelli il cui solo scopo è arrivare alla fine
della giornata incazzati verso il datore di lavoro, il proprio conto in
banca e i propri simili, per poi sdraiarsi davanti a una TV (arrivati alla fine di questa sezione, potrete rileggere
questo paragrafo sostituendo "fine della giornata" con "pensione" e
scoprirne ulteriori sconcertanti significati... ah, parole sante quelle
di Marco che disse "per me,
come per mio padre, il concetto di andare in pensione equivale a
pensare di morire"). |
Lavoro |
Io... quelli
che si rimboccano le maniche,
quelli che hanno un minimo di motivo per stare al mondo, non siamo mai
fermi: leggiamo, chiediamo, proviamo, investiamo soldi nelle nostre
conoscenze e siamo fermamente convinti che questi soldi ci ritorneranno
in tasca decuplicati, che ci daranno delle grandi soddisfazioni.
Magari
leggiamo e navighiamo in internet anche di mattina, alzandoci
tardi perché quel giorno non abbiamo appuntamenti: ma magari un
altro giorno si lavora fino alle 9 di sera senza fare storie, anche e
soprattutto perché quello che facciamo ci piace!
E comunque
non lavoriamo sempre... la differenza è che quando ci
svaghiamo lo facciamo spegnendo volontariamente il cervello, non
lasciando in mano ad altri l'interruttore (grazie lrosa, ogni tanto ne dici una giusta
anche tu!)
Pensate a
quanti Induvidui, per strada, si fermano ad ogni incrocio
anche se la strada su cui viaggiano ha la precedenza... e quanti non si
fermano invece allo STOP o al rosso. Vorrei domandare loro se non
possono, appena imboccata una strada, verificare se quella strada ha
diritto di precedenza, se non possono controllare subito se si tratta
di un senso unico ed in caso affermativo sia quindi consentito occupare
entrambe le corsie... Ma ho paura a fare questa domanda: mi sono sempre
immaginato una risposta del tipo "eh, lo so, ma chi ha la testa o il
tempo di guardare quelle cose?"
Certo,
perché hanno fretta di andare a casa a guardare il Grande
Fratello!
Poi magari si lamentano che la memoria non funziona più, che il loro cervello si è atrofizzato... A volte,
quando mi lascio portare dalla teoria del complotto, immagino
che da qualche parte Qualcuno sa che le notizie, la TV e buona parte
della realtà sono solo una finta, una copertura creata per le
menti più piccole... Eppure non voglio crederlo, voglio sperare
che la gente non sia così stupida o che, se proprio lo siamo,
che siamo tutti stupidi uguali... che chi crea le notizie non vive in
fondo meglio di chi le subisce.
Gli
Induvidui si lamentano anche che in genere il lavoro che fanno non
è di loro gradimento e che i colleghi sono odiosi.
E' vero,
persino io a volte mi arrabbio e mi avvilisco a vedere quanti
imbecilli ci sono in giro! E, a parte questi casi che sono la
maggioranza, a volte mi arrabbio purtroppo anche con i miei amici o le
poche persone che reputo intelligenti.
Ma, quello che voglio dire è che la soluzione sembra così ovvia... I colleghi sono odiosi? Bene, ma tutti abbiamo degli amici, dunque prendi i tuoi amici, li riunisci attorno a un tavolo, tirate fuori delle idee cosicché possiate lavorare con gente che vi sta simpatica. Come dite? Non avete idee? Beh, allora non c'è risposta migliore di quella data da Dogbert, ossia " Mi
dispiace comunicarvi che il vostro cervello si è spento: siete
pregati di lasciare che il vostro corpo faccia lo stesso. Fine messaggio "(se non
avete amici, be', è ancora più facile: i vostri
nemici vi faranno fuori risolvendovi il problema).
Dopodiché, avute le idee, molti si dicono: "ma è difficile riuscire a guadagnare abbastanza in questo modo..." Già,
ma abbastanza per cosa? Per vivere onestamente,
mangiare, vestirsi, stare al caldo ed avere una casa e una macchina? Io
credo di sì. O forse per avere una BMW o una Golf (non me ne
vogliano i possessori, è che ho avuto troppi esempi
negativi...), per avere tanti televisori a colori e ricevitori
satellitari, una casa piena di DVD o videocassette... Andare in vacanza
solo in villaggio turistico perché organizzarle da soli è
"impresa ardua"?
Ma vi
rendete conto che per potervi riempire di tutte queste "cazzate"
(ad essere scurrili) oppure "falsi bisogni" (ad essere fini) voi
abbassate la testa tutte le mattine davanti a qualcuno al quale di voi
non frega nulla? Che passate 1/3 della vostra vita (o meglio, metà
della vostra vita attiva) in un posto che odiate?
Allora, che
cosa conviene realmente fare? O essere? Il solo fatto che
si sia sempre fatto così, che così vi sembri l'unico modo
possibile per esistere, non implica che non vi siano alternative. E' un
po' come in Matrix.
Ah,
già, ma dimenticavo, voi siete Induvidui.
Voi non avete il tempo per la vostra vacanza né per la vostra vita perché la vostra vita è già stata riempita di finti impegni che, vi è stato detto, sono indispensabili per poter vivere! Ma non è così. |
|
La
teoria del complotto afferma
che "non potendo sopprimere miliardi di persone che sono solo un peso
per i pochi realmente intelligenti al mondo, si cerca di fare in modo
che le loro vite procedano il più rapidamente possibile dalla
nascita alla morte, senza fermate degne di nota". Cioè, senza
pensare.
|
Il complotto |
Portando a
conseguenze più estreme
questa teoria, mi è capitato più volte di arrivare a
pensare cose estremamente comuniste. Quindi ho deciso di fermarmi: ma
voglio darvene comunque un accenno.
Sembra che
lavorare in una grande ditta (preferibilmente statale)
addormenti le coscienze: e se tutti fossero in proprio, sarebbero
più responsabilizzati nonché felici. Allora le grandi
ditte (che in futuro saranno ancora più grandi, come prevede
Dilbert) non servono. Ma allora forse non serve nemmeno il denaro: io
so fare il tappezziere, tu sai fare l'idraulico e lui coltiva la terra.
Facciamo tutti e tre, bene, quello che ci piace fare: quando uno
avrà bisogno dell'altro, ci scambieremo le capacità e le
conoscenze...
Troppo
facile, vero? No, tralasciate quest'ultimo paragrafo...
Però non dimenticate un aspetto collaterale di quanto detto sopra: se non avete grosse pretese (leggi: "grossi debiti") non siete ricattabili. Se invece avete bisogno di tanti soldi, vi dovrete abbassare a fare qualsiasi cosa per ottenerli: anche quello che non vi piace. Il che non sarebbe sbagliato: è la legge della domanda e dell'offerta. L'unico problema è capire se quella domanda arriva dalla vostra testa o da quella di un altro. Ma non vi preoccupate: se arriva dalla vostra testa probabilmente siete pazzi e presto verrete ricoverati. Altri
suggerimenti per coloro che avessero intenzione di vivere una
vita al fine di realizzare i propri sogni (o, più banalmente, di
non vivere come dipendenti-alias-parassiti):
Va detto che
in ambito
lavorativo la presenza
di Induvidui è particolarmente brillante. Vi propongo queste due
riflessioni:
|
|
Ma di
Induvidui ce ne sono di tantissimi
tipi. L'anno scorso ho avuto delle dimostrazioni che mi hanno fatto
davvero sorridere (per non piangere)
|
Idioti |
Tre fessi,
uno dopo l'altro, sono caduti nella rete
dell'acchiappa-Induvidui.
Uno è un tizio che scrive su una rivista di settore. Sapete, quelle riviste che appartengono a una società del settore, ma non lo vogliono dare a vedere, così fingono di parlare di tutti i prodotti ma in maniera strisciante parlano bene solo dei loro (c'è chi le chiama "marchette"). Un po' come fa il Giornale, ma meno spudoratamente. Costui chiedeva ai lettori di proporre dei progetti alla rivista affinché fossero pubblicati. Gliene abbiamo spedito uno, e non c'è stata risposta. Ci abbiamo riprovato, e ancora niente. Dopo due mesi gli abbiamo scritto degli insulti e TA-DAH! è arrivata la risposta! "Mi scusi... mi dispiace, credevo che le avesse già risposto il settore addetto... io avevo subito passato la vostra lettera ma evidentemente c'è stato un disguido..." Sembrava sincero: quindi un Induviduo non nocivo. La cosa pazzesca è che non si era degnato di rispondere né sì né no, fino a quando non l'abbiamo preso a parole. Ottima figura. Un altro caso è quello di un "conoscente" (amico non è una definizione applicabile) che lavorando in Nokia mi aveva offerto la sua disponibilità in caso avessi avuto bisogno di informazioni tecniche sui cellulari. Mi dà la sua email e io gli scrivo con una domanda. Nulla. Gli riscrivo. Nulla. Lo incontro e gli chiedo se ha ricevuto la mia email. Lui mi dice che ha provato a rispondermi ma il mio indirizzo era sbagliato (ovviamente non è vero, visto che la gente risponde giornalmente alle mie email). Gli riscrivo ancora. Nulla. Dopo qualche tempo gli scrivo un'ulteriore lettera, dicendogli che ho risolto i miei dubbi senza di lui e lo mando bonariamente a cagare. Come per magia mi arriva subito una risposta dove l'Induviduo mi scrive che "non sa come io mi sia sognato che lui poteva darmi delle informazioni sui cellulari Nokia" e che facevo meglio a non disturbarlo più. Il terzo
caso, il più bello, riguarda il famoso pezzo sul "complotto" di
cui vi ho già parlato.
Un amico mi dice di sottoporlo al direttore di una rivista on-line con cui lui collabora, in quanto pensa che la cosa potrebbe interessare sia a lui che al direttore. Glielo spedisco. Nulla. Glielo rispedisco. Nulla. Contatto il mio amico e gli chiedo se ha saputo qualcosa, ma lui non ha avuto notizie, allora mi ridà l'indirizzo pregando di rimandarglielo. Nulla. Nella società dell'informazione, ho imparato presto una cosa: la gente è probabilmente saturata dalle informazioni, ma non è mai satura di insulti. Quindi questi raggiungono subito lo scopo. Anche
stavolta, dopo la mia
lettera di insulti arriva una risposta.
Qui il contenuto della diatriba è talmente gustoso che
preferisco siate voi a leggervela
da soli!
In tutti e
tre i casi, si tratta di persone... pardon, Induvidui che
"si suppongono" bravi, ma non lo sono... eppure si danno un'aria
notevole (basta vedere lo "sfoggio" di paroloni del "direttore").
Immaginano di essere superiori, di avere il diritto di non rispondere,
soprattutto di avere il diritto di disturbarti, ma già sapendo
che il tuo parere non gli interesserà affatto.
E queste persone mi contattano, mi chiedono delle cose, poi spariscono, non si fanno più sentire... e quando gli chiedi "allora, com'è andata avanti quella cosa che mi hai chiesto?" ti rispondono male perché li stai scocciando! Ma TU, cretino, mi hai contattato! Non cercarmi più, ti prego: sei proprio un babaliciu, anzi un Induviduo... quindi vivi la tua vita, porta avanti le tue idee inutili ma non incrociarmi mai più! La mia preoccupazione principale è riuscire a scansarle... evitare, nella vita di tutti i giorni, che gli imbecilli-supponenti mi disturbino. Non credevo di poter avere tanto in comune con un fumettista americano vegetariano! Ci sono
persone che parlano per mezz'ore, facendo solo perdere del
tempo a chi sta lavorando davvero, farneticando di "facili guadagni",
"convenzioni per ottenere dei business"... l'ultimo era la settimana
scorsa in banca da me. Probabilmente (diciamo pure sicuramente) era un
banfone, uno che si è già giocato i suoi soldi in
"immagine", ma cercava di convincere il direttore dell'agenzia che lui
aveva molti "agganci", che poteva portare molti clienti, ecc. E
soprattutto: che se quella banca non gli dava il tasso richiesto, si
sarebbe rivolto ad un'altra! Bingo! Questa è una delle formule
tipiche del truffatore (ai poeti che stanno leggendo queste righe
vorrei sottoporre la mia ode
al truffatore): Uno che vuole davvero lavorare con voi con
reciproca soddisfazione non vi "minaccia" di andare dalla concorrenza.
Se fa così, vuol dire che sta solo cercando di truffarvi,
penalmente o comunque anche solo maltrattando il vostro lavoro.
L'altro caso
tipico è quello di chi propone offerte di lavoro,
ma poi chiede soldi per darvi il lavoro: purtroppo molti Induvidui non
si rendono conto che la logica è stata abbattuta! "Se io cerco
un lavoro, è perché ho bisogno di soldi: se devo pagare
per lavorare, c'è qualcosa che non va! MEEEP! Truffa in
corso: tu vuoi portarmi via i miei ultimi soldi, anziché
aiutarmi ad ottenerne onestamente degli altri"
Questo con
buona pace di tante offerte di lavoro che si trovano in
giro, e anche del marketing multilevel (o piramidale): io propongo di
istituire un premio per chi riuscirà a produrre un generatore di
kanker da indirizzare verso chi propone il marketing multilevel*******!
|
|
La
concorrenza è poi un altro tasto
che mi fa "alterare". |
Concorrenza |
Uno dei
più famosi pirla che ho
conosciuto in questi
anni disse come terza frase dopo la stretta di mano iniziale (le prime
due erano il nome/cognome e poi un convenevole a caso): "ah, lei fa
quel programma... ma allora noi due siamo in concorrenza!"
Quest'Induviduo non aveva capito che noi "lavoriamo per produrre qualcosa che funziona", loro "lavorano per guadagnare". C'è una differenza sostanziale: noi conosciamo come funzionano i programmi, le reti ecc., loro no. Quindi non saremo mai in concorrenza: loro sempre in cerca di un cliente babbione da incaprettare, noi in cerca di nuove mete (non è uno spot: sapete che odio la pubblicità). A loro non
interessa "crescere", interessa guadagnare: dunque sarebbe
ideale che non lavorassero nell'informatica ma piuttosto... beh, i
maschi potrebbero aprire un casinò e le donne...
Invece, guarda caso, stiamo dimostrando che non può, non deve esistere guadagno slegato dal lavoro. Le borse mondiali sono ormai indicatori di qualunque cosa tranne che dell'effettiva qualità dei prodotti che le aziende producono: e quando quelle borse collasseranno, non dite che non ve l'avevo detto (anche perché spero di averlo detto per primo a me stesso!) ***** L'Induviduo vuole farmi causa! Leggete qui il verdetto. L'Induviduo non si è più sentito... spero sia deceduto, insieme ai suoi legali. Capita poi
spessissimo che da ogni parte si levi la crociata volta a
"favorire la concorrenza ed il libero mercato", ma con il solo concreto
risultato di far chiudere i piccoli negozi favorendo la nascita di
enormi centri commerciali. E' pazzesco vedere come la gente si gongoli
nell'ipocrisia: d'altronde tutti ce l'hanno con "i piccoli negozi di
quartiere che sono carissimi rispetto ai centri commerciali", ma poi,
non appena hanno qualcosa di proprio da vendere o comunque far valere,
ci tengono a far sapere che il loro prodotto è molto migliore di
quello fatto in serie nell'ipermercato! (il discorso vale dalla cucina
all'automobile e oltre.)
Secondo me,
che i piccoli negozi chiudano non è grave, se questi
non danno nulla di più: per comprare un surgelato confezionato,
tanto vale andare in un supermercato e pagarlo meno che prenderlo in un
negozietto e pagarlo di più. Diverso è il discorso se il
negozietto può darti qualcosa di più: una ricetta o un
consiglio o qualche altra comodità.
E un'altra considerazione va fatta constatando che quasi tutte le grosse ditte danno servizi molto simili. Non c'è una concorrenza vera e propria: una compagnia telefonica inventa una nuova tariffa (sai che scienza, ndr: basta vedere le "promozioni" di Blu ****** per capire che siamo alla frutta (il numero su misura per te, schiaccia questo e il numero si compone da solo...)). Idem dicasi per le auto, o per le assicurazioni o le banche (e si torna al discorso pubblicità). La differenza finisce per essere il modo con cui l'addetto o l'impiegato si comportano con l'utente: quindi alla fine può non esserci differenza tra un piccolo negozio e un nome famoso a livello mondiale, se quest'ultimo è gestito, localmente, da idioti. |
|
E' il discorso della globalizzazione... |
Mercato globale |
Il mercato globale è una bufala,
servirà a rendere tutti poveri e prigionieri uguali, e non
ricchi e liberi. Per quanto
io mi veda comunque costretto a fare delle precisazioni. Io
sono favorevole allo sviluppo tecnologico. E sono contrario alle
manifestazioni stile squatter o "popolo di Seattle/No Global",
così come
alle occupazioni delle scuole et similia. Se si vuole protestare ci
sono altri metodi: dire il fatto suo a chi non vuole ascoltare (ed
eventualmente usare maniere più forti), oppure fare la guerra al
supermercato come dice Grillo, spostando i soldi che sono l'unica cosa
che conta al livello delle "multinazionali". Scendere in piazza
rompendo una vetrina del McDonald's
non serve a nulla se non a farti passare per ragazzotto teppista e
(magari) figlio di papà annoiato che non sa più come
divertirsi.
E poi,
statisticamente, McDonald's fa molto meno male della
specialità comprata al negozietto sotto casa: pensate a quanti
milioni di persone si sfamano e non stanno male mangiando
hamburger, e pensate a quante persone stanno male mangiando magari a
una mensa comunale o a un self service di periferia. Percentualmente,
voglio dire! Non dimenticare di fare sempre i raffronti in percentuale!
La questione è ancora una volta etica: l'hamburgheraio americano sarebbe più che apprezzabile se non avesse la smania di essere ovunque! Alle Olimpiadi, in ogni città del mondo, nella testa di tutti i bambini... Un po' come la Microsoft che realizza qualunque programma uno possa immaginare: così uno ha un'idea, la sviluppa, la diffonde e... dopo due anni la Microsoft gliel'acquista oppure ne realizza una simile ma cento volte più completa (e mastodontica). Non c'è niente da fare: il desiderio di annientare, di distruggere i nostri simili è troppo radicato in noi (Terminator lo diceva...) Perché poi, a parte questo, la Microsoft secondo me non è affatto da criticare: fa delle cose che funzionano più che bene (stiamo sempre parlando di computer!) e ha sempre delle idee "buone" che in genere risolvono questo o quel problema ovvero migliorano quello che già esiste. Non date retta a chi vi dice che Linux è migliore di Windows: è proprio un'altra cosa. Ci sono molteplici buone ragioni per cui Linux è inferiore a Windows e per cui voi non potreste (oggi, non dico domani) averlo installato sul vostro computer al posto di Windows: se vi interessa conoscerle, scrivetemi. Se volete
farvene un'idea, ricollegatevi al discorso squatter: se a
tutti piace fare la spesa al supermercato o mangiare in un ristorante
di lusso, ci sarà un motivo. Altrimenti saremmo tutti per la
strada ricoperti di giubbotti fuori moda a protestare rompendo le
vetrine e a sostenere che "mangiare troppa carne fa male". La massa in
genere detta legge, almeno in questi casi: se Windows è tanto
più bello, colorato e semplice da usare, è ovvio che
raccolga più simpatia di un altro programma pieno di comandi
incomprensibili e con una grafica meno curata.
Al limite
potete prendervela col fatto che la gente è stupida e
si fa abbagliare da piaceri effimeri: e infatti io di che cosa vi sto
parlando da ormai non so quante pagine?
Giusto per
darvi uno spunto, vorrei farvi riflettere su un paio di
particolari.
Si va all'ipermercato a fare la spesa perché tutto costa meno. Ma l'ipermercato ha tolto il lavoro ai piccoli negozietti di quartiere, ed ora ci sono dei disoccupati (o peggio... magari dei nuovi parassiti che sono finiti a lavorare in un'assicurazione o in una banca): pensate al costo sociale di tutto questo... risparmiamo da una parte, e dall'altra ci incasiniamo la vita. Si
può aumentare la produzione, ma non all'infinito. Pensate a
quel genio che un giorno decise di dare da mangiare alle mucche le ossa
dei loro simili. Si può ottimizzare un negozietto a gestione
familiare, ma ad un certo punto ci si deve fermare o lo si snatura.
La crescita
infinita è una chimera. Il grande Luca
Carboni un giorno cantò una cosa che diceva "lascia ad altri
i progetti troppo complicati..."
Non è vero che le ditte debbano crescere all'infinito, che i fatturati debbano crescere sempre. Su 5 ditte che in passato hanno deciso di ingrandirsi e spostarsi in una sede più grande, almeno quattro sono poi fallite entro poco tempo. Solo il nostro cervello, la nostra conoscenza ed il nostro cuore hanno il diritto di crescere all'infinito. |
|
Restando
nell'ambito delle cose che un
singolo (in particolare me) può realizzare, accade spesso che
quando parlo di un nostro nuovo progetto, molti Induvidui mi muovano
questa obiezione: "quella cosa esiste già/quella cosa non si
può fare". |
Progetti |
Gliel'ho già spiegato molte volte,
ma non c'è speranza. Sul fatto
che non si può fare, beh... allora smettete pure di
viaggiare con aereo, treno, nave e auto perché tutte quelle cose
non possono esistere.
Sul fatto che esiste già... La cosa più divertente è che spesso queste critiche arrivano da Induvidui che sono a loro volta "professionisti" ossia gente che lavora in proprio in virtù del fatto che ha delle idee. Che la gente crede in loro. Forse questi tizi ritengono di avere idee migliori degli altri: ebbene, io posso assicurare sia voi che loro che non è così. In genere si
tratta di rappresentanti con del tempo libero che si
dilettano a scrivere ed inventare ideuzze collaterali per vendere
meglio il prodotto di cui già dispongono (leggi "non inventano
nulla di nuovo" e "quanto serve loro per vivere già ce l'hanno
grazie ad altri")
Non voglio sapere la risposta a questa domanda.Quand'anche questi Induvidui non siano così scarsi, resta l'illogicità della loro obiezione: ma se proprio tu sei uno, dico UNO che DA SOLO cerca di convincere gli altri che il suo prodotto è migliore di quello di altre aziende o multinazionali, perché fai quest'obiezione a me? Personalmente
posso solo aggiungere che tutte le volte che costruisco
qualcosa e quel qualcosa esiste già, sono convinto che io lo
farò in una maniera migliore, più completa, più
bella, più rapida o va a sapere... che alla fine a qualcuno
potrà tornare utile.
Se non lo pensassi, non lavoreremmo per conto
nostro.Se anche a
nessuno servirà quella cosa che ho realizzato
perché quella che esisteva prima era migliore, io comunque
avrò ampliato il mio sapere (è una posizione egoista, lo
so. Mi dispiace)
Comunque ho una buona notizia per tutti: le cose prodotte nelle multinazionali dove tutti gli Induvidui aspirano a lavorare sono belle e funzionanti, ma non saranno mai "geniali". Non esiste la genialità in posti dove si passa il tempo a parlare di calcio o di Grande fratello per poi arrivare a casa alla sera ecc.ecc. pantofole/TV bla-bla. Ve lo dico
con cognizione di causa, perché a volte la
genialità non esiste nemmeno nella nostra ditta.
Quindi, se avete delle idee, non esitate a portarle avanti: qualche volta (più spesso di quanto non si creda) le idee nascono in situazioni anomale... in genere quando una persona è felice, in pace con se stessa e con un cervello libero e funzionante. A volte
ripenso al brainstorming... No, niente a che vedere con il
famoso film
di fantascienza (come speravo io la prima volta che l'ho sentito
nominare in banca): si tratta di quel processo messo in atto nelle
grandi ditte per tirare fuori delle idee, più idee possibili,
dalle teste dei dipendenti.
Un manager
con i capelli a punta (Dilbert docet) riunisce n
Induvidui intorno a un tavolo e per 5 minuti questi urlano ad alta voce
qualunque cosa venga loro in mente in relazione al progetto a cui si
sta lavorando. Lo scopo sarebbe raccogliere tutte queste idee
supponendo che anche nelle più stupide ci sia qualcosa di buono.
No comment. Non escludo che a volte il metodo possa funzionare, ma l'idea che un prodotto sia stato progettato in questo modo a me porta in mente il morbo della mucca pazza: troppi Induvidui stressati in pochi metri quadri... E' strano
che io mi sia trattenuto dal dire ai miei ex-colleghi e
ex-capi bancari quello che pensavo di loro. E infatti non mi sono
trattenuto.
|
|
E un altro
consiglio che vorrei dare...
rivolgendomi agli Induvidui... Smettetela tutti voi Induvidui di
preoccuparvi di prendere il raffreddore se uscite e sentite un po' di
freddo, di temere un'intossicazione se mangiate in un ristorante e per
caso una forchetta ha qualche alone di calcare, di non (vale per i
maschi!) voler alzare la tavoletta di un bagno pubblico per paura di
chissà quale infezione! Il nostro corpo è progettato per
resistere a ben altre prove... e, caso mai non ve ne foste accorti,
ciò che nella vita non viene messo alla prova si atrofizza
(esatto, proprio come il cervello!)
C'è gente insopportabile che non
può stare due ore senza
bere acqua o altra bevanda, o che non resiste un'ora senza ingurgitare
caramelle. |
Dolore |
E quando
avete un qualche malanno, non
correte subito ad imbottirvi di farmaci... Provate a stare al caldo,
accettate eventualmente un po' di dolore... sì, è quella
cosa che tempra l'animo, sapete? (So che le donne ci tengono a far
sapere che loro hanno una cognizione superiore in proposito...)
Più lo si scansa e più si finisce di aver paura di
qualsiasi cosa. Invece dei non-Induvidui hanno sperimentato e provato
che si può resistere a diversi gradi di dolore... Probabilmente
anche alcuni tra i vostri antenati hanno sofferto e lottato in guerra o
in tempi meno comodi: controllate bene, non è detto che voi
abbiate perso del tutto quelle qualità. In Star Trek dicono spesso che il
paradiso e l'ozio non sono condizioni naturali per il genere umano, e
forse ogni tanto qualcuna giusta la dicono anche lì...
Vabbé, sto divagando... |
|
Torniamo al
concreto: ma quanti di voi non
si ammazzano dalle risate quando sentono dire che attorno a Gerusalemme
si combatte una "guerra di religione"? O in Irlanda del nord? |
Religione |
Ma vi pare
che un Dio che prendesse delle
persone e dicesse loro "andate ad uccidere quei vostri simili
là, occupano una terra che potrebbe essere vostra" non
meriterebbe un link diretto per affanculo.org?
Ma no, invece ci sono Induvidui che ci credono veramente... Si dice che
di solito siano gli arabi... Io personalmente non ho nulla contro gli
arabi perché credo che tra loro ci sia la stessa percentuale di
Induvidui che c'è tra noi. Poi conosco qualche arabo che forse
è un po' fanatico per qualche aspetto, ma non credo che
oggettivamente a lui interessi di più la religione che un buon
piatto di lasagne (sostituite con la pietanza tipica più
prelibata di ciascuna altra nazione...) anzi, adesso vado da mia madre
a
vedere se me le prepara!
Quindi, BASTA! Smettetela di riempire i
telegiornali di SCEMENZE! (come, ad esempio, le
discussioni volte ad accertare se
Maria era vergine oppure no... e le discussioni sull'esistenza o meno
dell'inferno e dei diavoli)Lo so che
sto banalizzando, ma siccome non tutti siamo Induvidui,
vorrei che il telegiornale evitasse di dare le notizie avendo come
riferimento l'Ottusangolo e osasse salire un pizzico di livello. Giusto
per spiegare.
Non lo nego,
io mi ritengo uno di sinistra. Anche se leggendo queste
mie righe molti potranno pensare che io sia un nazista. Ma non è
così e potrei portare molti argomenti a mia discolpa... se solo
fossi certo di poter escludere gli Induvidui dal mio pubblico :-))
|
|
E una cosa
che mi fa sorridere è
che molti miei conoscenti mi muovono questa critica: "ah, io
voterò per il Polo... almeno loro hanno delle idee concrete. La
sinistra dice di avere tanti progetti migliori, ma poi in pratica
finisce per fare le stesse cose della destra, per di più con
ipocrisia maggiore" |
Sinistra/Destra |
Traducendo
dall'Individuese, questa frase
afferma: io mi ritroverei negli ideali di sinistra (vedi
subito sotto una precisazione a questo proposito), ma siccome la
sinistra non riesce ad affermarli pienamente, preferisco votare per il
partito opposto.
E' ASSURDO!Come se
dicessero: "Ho male a un polso, ma siccome non si riesce a
guarirlo preferisco amputarlo e per simmetria amputare anche l'altra
mano".
Voglio precisare che io non propendo per la sinistra per motivi storici o ereditari o altro: è solo che, oggettivamente, mi domando chi potrebbe affermare che i valori della destra sono più "umanitari" e condivisibili:
Nota relativa al punto 2: mi
fanno notare che, è vero, tra gli estremisti di sinistra
c'è stato anche qualche partigiano e qualcheduno che metteva le
bombe contro i dirigenti della DC. Chi sono io per giudicarli dei
cattivoni?
Oltretutto
io in un mondo governato dalla destra dovrei trovarmi a mio
buon agio, viste le mie potenti capacità e la mia innaturale
intelligenza!
Dicevo... la vera ragione per cui la gente critica così la sinistra è che è troppo scomoda. La destra ti promette tutto: come dirle di no? Poi non lo manterrà, ma per quel tempo quanti varietà televisivi avranno provveduto a lavarci il cervello e a farci dimenticare quelle poche cifre reali che conoscevamo sull'economia? (ripensate a "1984" di Orwell... ma messo in pratica in un modo che alla gente non dispiaccia) Se poi un
nostro parente povero sarà morto perché non
poteva permettersi un'assicurazione privata, bé... pazienza. Si
troverà sempre il modo di dare la colpa a qualche statale che
stava guardando le estrazioni del superenalotto anziché fare il
proprio lavoro (che avrebbe dovuto essere un lavoro motivato bla-bla,
fatto da professionisti non spinti da liberismo estremo e voglia di
solo guadagno bla-bla... ma da passione per il proprio sapere e il
proprio lavoro...)
Personalmente,
io ho spesso pensato una cosa che vorrei condividere con
voi: ammettiamo che io realizzi una grossa vincita ad un concorso
qualunque. O che erediti una fortuna. O che in qualche modo (magari
anche onesto, ossia grazie a qualche fantastica idea) io arrivi ad
essere capo di un "impero commerciale o industriale". Con che coraggio
potrei pensare di essere miliardario e avere in mente le immagini di
persone che muoiono di fame o per malattie che da noi sono ormai
dimenticate?
Potrei
ignorarle, e allora sarei una merdaccia. Oppure potrei essere
spinto ad aiutarli, ma magari non saprei come: e se non potessi
appagare la mia coscienza, non potrei vivere il mio status di
"miliardario". Non ha senso essere "ricchissimi": si può
ottenere il giusto riconoscimento per il proprio valore, si può
arrivare a non "aver bisogno di lavorare" (brutta espressione) per
vivere, ma non si possono giustificare sproporzioni abissali tra chi ha
e chi non ha.
C'è
qualcuno che sta leggendo queste note ed è d'accordo
con me? O almeno, tutti quelli che non sono d'accordo ammetteranno che
da domani non dovranno più permettersi di considerarsi
cattolici, dato che mi sembra che un certo Gesù, molti anni fa,
abbia proposto dei valori come l'uguaglianza, la fratellanza...
|
|
Ah... per
inciso... la settimana scorsa ho
visto per l'ennesima volta un prete dettare legge sull'utero delle
donne (l'argomento era la pillola del giorno dopo): credo che se fossi
una donna mi darebbe molto fastidio essere considerata una "macchina da
riproduzione" senza poter controllare il mio corpo ma dovendo renderne
conto ad altri che 1) non hanno (o almeno non dovrebbero avere) la
minima esperienza in materia di sesso e bambini e 2) si dicono
portatori del volere divino. Sempre quel Dio che quindi, secondo loro,
dopo averci mandato in guerra contro i nostri fratelli decide di
togliere il libero arbitrio alle nostre donne. Oddio che cosa ho
detto... le "nostre" donne: potrete mai perdonarmi per questa uscita
retrograda e fallocentrica? Oddio... ma a pensarci bene ho anche
invocato il nome di Dio in un discorso su Dio stesso (Bartezzaghi
sei grande!). |
Religione |
Non pensate
che io non sia credente. Forse
ho solo estremizzato un po' una frase di un mio professore di religione
delle medie che diceva che Dio sarà sempre insieme a noi, in
qualunque luogo, purché noi ci rivolgiamo a lui. All'epoca
questa frase mi servì per smettere di essere costretto ad andare
in chiesa tutte le domeniche... ma col tempo mi sono reso conto che
voleva dire di più. E credetemi, io parlo spesso al mio Dio,
soprattutto quando vedo gli Induvidui ciondolare per strada e mi
domando perché...
Dio è con me, ma è con tutti i miei fratelli. E' in ognuno di noi, perché tutto quello che vorremmo che fosse fatto a noi dovremmo farlo ai nostri vicini e tutto quello che non vorremmo fosse fatto a noi non dovremmo mai farlo al nostro prossimo. Questa frase è così semplice, eppure nessuno se la fila: per molti è stato necessario Star Trek per poter comprendere questo messaggio... in fondo Kirk in tedesco significa Chiesa... (a questo proposito, vorrei invitarvi alla lettura del programma politico di Star Trek, un mio peccato di gioventù.) Questo
spiega perché una chiesa affollata di persone che
pregano, preferibilmente polacchi o irlandesi, è un luogo
"sacro": non è necessario che esista un essere soprannaturale,
ma la presenza dei pensieri di persone buone (si spera) uniti tra loro
conferisce a quel posto potere e rispettabilità.
Peraltro, vi pare che potrebbero esistere le speculazioni di borsa se tutti la pensassimo così? (Perché è chiaro a tutti, Induvidui compresi, che se io guadagno su delle azioni, da qualche parte nel mondo qualcuno ci sta perdendo?) Questa semplice regola di vita impedirebbe anche che un cretino ti tagli la strada in macchina, perché il pensiero che un giorno potrebbe capitare a lui o a uno dei suoi cari (probabilmente cretino pure lui, ma qui non c'entra) lo dovrebbe dissuadere. D'altronde
questa regola non l'ho inventata io. Io posso solo
aggiungere che è vera, nel senso che non solo non dovremmo
ecc.ecc.... ma che se facciamo del bene, ci torna indietro e se
facciamo del male, ci torna indietro anch'esso (un po' come
affermò Zucchero qualche tempo fa... malmenando Staffelli!)
Parafrasando
delle formule del Karma, posso anzi con cognizione di
causa affermare che rubare non è altro che un prestito
temporaneo: se si rubano 50 euro oggi, è certo che prima o
poi verranno restituiti (con un giro più o meno largo) al
legittimo proprietario. E con degli interessi commisurati. Funziona:
funziona davvero così (il mio amico Franco mi dice che esiste un
proverbio piemontese su San Giorgio che recita più o meno la
stessa cosa). Se volete verificarla, fate in modo di non lasciare
atrofizzare i vostri neuroni davanti al Grande Fratello affinché
possiate ricordarvi quello che avete fatto in passato oppure, in
alternativa, tenete un diario.
Ovviamente
è un "rubare" in senso lato: chiedere troppo per il
lavoro che si è fatto, oppure non ricevere il giusto compenso
per una vendita o una prestazione effettuata. Prima o poi si compensa.
E non c'è bisogno di essere fatalisti, deterministici o di
credere in entità sovrannaturali: basta essere convinti che
siamo tutti fratelli e che quello che facciamo ad uno ecc.ecc.
Comunque vale anche per il furto vero e
proprio, in caso ve lo foste
domandati.Tornando al
discorso della chiesa... purtroppo lo so che un giorno,
quando sarò famoso, qualche buontempone salterà su nel
mezzo di un'intervista e mi domanderà "ma lei è credente?
Perché sa, il 98% degli abitanti di questo pianeta crede in una
divinità..." In quel momento io mi sentirò molto Jodie
Foster in Contact
e con un sorriso di gommapiuma gli risponderò "guarda, mio caro
Induviduo, che ho conosciuto tanti anni fa una ragazza
che andava tutte le
domeniche in chiesa e poi aveva regolari rapporti con il suo ragazzo,
dimostrando quindi che si possono tenere separate la "chiesa" e il
proprio credo. Perché, mio caro Induviduo, non provi a domandare
al tuo 98% come si comportano realmente loro una volta usciti dalla
"chiesa"?"
Per inciso,
è decisamente preferibile una ragazza come quella
sopraccitata (o anche sopra-eccitata) che non una che oltre ad andare
in chiesa decide anche di essere coerente :-))
Se avete
bisogno di riflettere ancora sul concetto di "Dio" diffuso tra
i nostri simili, pensate a questi due comportamenti piuttosto
frequenti: 1) bestemmiare e 2) chiedergli favori. In entrambi i casi si
manifesta un'illogicità totale: perché prendere a parole
uno che è enormemente più potente di noi? Oppure, come si
fa a chiedere degli egoistici favori a uno che ci ha insegnato che il
valore più alto della vita si ottiene dando il proprio bene e se
stessi perché qualcun altro possa stare meglio? Ah, saperlo...
Meditate, gente, meditate... :-))
C'è
una remota possibilità che qualcuno mi
consideri il "maestro" dell'ipocrisia in
quanto molti aspetti della mia vita privata o del mio pensiero che, mio
malgrado, vi ho esposto vi sembreranno fare a pugni con i concetti che
ho presentato.
Spero che capiate che non è così. In caso non ci arriviate, accetterò la vostra critica. Ma voglio precisare che la cosa più importante non è pensare di essere d'accordo con me. La cosa più importante è PENSARE (grazie Lana (Clelia) e... dimenticavo, Albert Einstein!) Con buona pace dell'Ottusangolo. P.S. Credo che in un futuro dovremo anche dire qualcosa sui ragionamenti che fanno i trentenni di oggi, sulla musica che ascoltano... vero Nicola? E allora parliamone! |
|
Di recente sono stato
all'ennesima Festa anni '80. Il mio commento è: ANTICHI! (grazie Ringo, anche se sei un po' pirla.) |
Musica |
San Gigi D'agostino aiutaci tu! Ho visto dei miei coetanei, dei trentenni vestiti come
si
vestivano le persone fuori moda negli anni 80 (paninari, dark e
quant'altro non esistono più... e di quelli che lo erano so io
cosa ne è stato: ve lo dirò dopo) che ballavano, chi
muovendosi appena, chi scatenandosi come forsennati, su dei ritmi
inferiori alle 60 battute per minuto. Per chi non lo
sapesse, la musica dance odierna supera agevolmente le 100-120 bpm.
Non è che a me non piaccia quella musica, anzi:
l'ho ascoltata
durante gli anni 80 e seconda dei casi mi ha fatto sognare o ridere o
piangere o al limite mi è scivolata a fianco senza lasciare
traccia. L'ho anche ballata: era così bello il primo lento di
George Michael ed era così ritmata, pulsante la dance di
Baltimora o Rick Astley... e così ricercate le atmosfere dei
Simple Minds o dei Depeche Mode.
Ma la musica è arte, è una sensazione,
è quella
cosa che ti riporta a un momento del passato sin dalle sue prime note,
per poi avvolgerti completamente a mano a mano che la melodia si snoda
e le note procedono. Puoi apprezzarla così com'è, fine a
se stessa; puoi analizzare gli strumenti, decantare le lodi della voce
dell'artista. Ma assume il suo significato più alto solo quando
la rapporti alla tua vita: una canzone nasce, la ascolti per la prima
volta, magari ti rimane in mente... poi diventa famosa, tutti la
conoscono, la si sente in radio, in giro nei negozi, in discoteca, di
sera al buio, insieme alla tua ragazza o ai tuoi amici. In poco tempo
è ovunque: diventa la canzone di quei mesi. Poi
incomincia a diventare un'abitudine, c'è un momento in cui
diventa di colpo noiosa: e allora va a morire, in capo a poche
settimane non la senti più. Quando riemergerà, magari
dopo un anno, significherà per sempre quello che siamo stati,
quello che abbiamo vissuto e pensato quando quella canzone era in voga.
E' una metafora della vita stessa.
Più di un'immagine, più di un odore, una
musica si lega
intimamente a quello che sei in un dato momento e diventa parte di te.
Ora, il punto è che tutto questo succede a 18
anni, a 25, a 30
e, suppongo (vista la mia giovine età), a 40, a 50.
Ovviamente, a 16/18 anni la tua mente è
sgombra: una canzone si
unisce al ricordo della prima vacanza senza i genitori, un'altra al
primo bacio, un'altra ancora alla visita di leva e un'altra all'esame
di maturità.
A 25 hai una canzone che ti parla di un'altra ragazza
o del tempo che
hai passato insieme al tuo unico amore, e una che ti parla del primo o
di un altro lavoro.
A 30 hai delle canzoni che ti parlano di quello che stai facendo in quel momento: all'incirca le stesse cose che stai facendo da dieci anni a questa parte. Quindi è più raro che qualche canzone possa associarsi a delle sensazioni nuove di zecca. In compenso, diventa molto probabile che il nostro cervello si dia di continuo da fare per associare ogni canzone vecchia che ascoltiamo con il ricordo e le sensazioni alle quali è legata. Non è chiaro perché quel meraviglioso e
delicato organo
si comporti così: ma è un dato di fatto. E ovviamente
più è grande la parte della nostra vita che è
già trascorsa, più lo spazio disponibile nel cervello
viene riempito da ricordi e meno spazio rimane per il futuro, ossia per
i ricordi che devono essere ancora costruiti.
Ancora più ovviamente, ognuno di noi ha dei gusti diversi: quindi c'è chi ama l'Heavy Metal e quindi ascolta solo musica di quel genere, o chi ama i cantautori italiani, o ancora chi ascolta musica da discoteca: per tutti valgono le considerazioni fatte poc'anzi, a parte il fatto che le melodie che ci resteranno impresse saranno un po' differenti. Qui nasce il primo problema: le persone che oggi si
esaltano a ballare
pezzi anni 80 dei Wham, degli Spandau Ballet o di Den Harrow, sono le
stesse che 15 anni fa dicevano "che palle con 'sti Wham", "le canzoni
degli Spandau sono tutte uguali", "che schifo 'sta musica da
discoteca"...
Sono anche le stesse che oggi dicono "ah, io la musica
di oggi non la
capisco...", "le canzoni sono tutte uguali", "quella non è
musica, è tutto fatto col computer!"
Ebbene, la brutta notizia che ho per quelle persone è: SIETE VECCHI! Non vecchi e saggi... questo non sarebbe un male:
siete vecchi e
stupidi! (per farvi un'idea di questo paragone, prendete Sean Connery e
Giulio Andreotti, oppure Albert Einstein e Pol Pot)
Non ci arrivate proprio a capire che quello che state dicendo non è reale, ma è una finta immagine generata dal vostro cervello invecchiato? Non vi ricordate i vostri genitori che 20 anni fa dicevano "Luciano Tajoli sì che sapeva cantare" oppure "Nilla Pizzi ha fatto delle canzoni vere, non come quelle ragazzine truccate che ascolti tu"? Voi cosa gli rispondevate? E' necessario che voi facciate la stessa limitata e limitante figura davanti ai vostri figli? Non si impara mai niente dagli errori di quelli che sono venuti prima di noi? La musica degli anni 80 vi sembra più
bella
perché a quella avete legato i vostri ricordi più belli:
se poi siete Induvidui, come suppongo, quelli sono anche i vostri unici
ricordi.
Ma, guarda caso, per quelli che hanno diciott'anni nel 2000 è la "musica tutta uguale" di oggi, fatta da quei "travestiti che non si capisce se sono maschi o femmine", quella che segnerà i loro momenti più teneri. Che cosa vorreste? Che una Annie Lennox decrepita
continuasse a cantare
"Sweet dreams" fino a 60 anni per la gioia di tutti quelli che avevano
20-25 anni nel 1984? (per inciso, Annie Lennox è comparsa a
Sanremo questa primavera e, tutt'altro che decrepita, ha cantato delle
belle canzoni).
Questo significa crescere.
Questo significa vivere. E la musica
è una metafora della vita.Se anche voi riuscirete a farvi una ragione del fatto che le canzoni del 1984 sono stupende per riportare alla mente i momenti belli del 1984, e che quelle del 1998 sono perfette per riportare alla mente i ricordi del 1998, vi sentirete più giovani. Laddove giovani non significa belli fighi e fisicamente iperattivi, ma persone in grado di divertirsi, di godere, di vivere ogni momento della vita in ognuna delle sue fasi. La vita cambia, si cresce... Vivere e godere ogni momento della vita non significa fare il cretino dai 20 ai 60 anni come purtroppo fanno molti Induvidui sperando così di rimanere sempre giovani. Vivere è evolversi: affrontare le sfide dei diciott'anni con l'entusiasmo, le conoscenze e le paure di quell'età; e poi affrontare le sfide dei trent'anni con lo stesso entusiasmo, maggiori conoscenze ed anche maggiori paure. E così via. Ah, naturalmente, se non avete più sfide da
intraprendere, vale
il solito discorso: acquistate una cassa da morto ed imitate Ceccherini
nel "Ciclone",
possibilmente per un periodo di tempo più lungo.
Prendete George Michael: allegro e stupidotto nel 1983, romantico nel 1985, più concreto nel 1987, un po' più profondo nei primi anni '90, "Older" come giustamente si è definito lui nel 1996, addirittura Uomo da Pianobar nel 1999. Lui si sta evolvendo: può non piacerci/vi più, ma quella è la sua vita (e provatevi a dire che odiate George Michael...) Oppure può anche darsi che prima non ci piacesse, ed ora lo apprezziamo. In entrambi i casi, state dando un giudizio ragionato. MA BASTA CON QUELLI CHE SBAVANO DIETRO A QUALSIASI CANZONE CHE ABBIA IL BOLLINO "ANNI 80" (p.es. Mario)! Se le canzoncine stupide di Madonna negli anni 80 vi
davano fastidio
all'epoca, ve ne devono dare anche oggi. Poi, secondo me, dovrebbe
darvi fastidio anche la Madonna di oggi, che se la tira per decametri e
ha anche detto a "Specchio" della Stampa che "fare le pulizie nella
casa di qualcun altro è il lavoro più umiliante che ci
sia... con tutto il rispetto per le donne delle pulizie..." Ma vai a
lavorare in miniera! (e due)
Se vi piaceva la musica dance degli anni 80, vi deve
piacere anche
quella di oggi. Ci sono pezzi dance più melodici, altri
più duri: esattamente come succedeva negli anni 80 quando
c'erano Sandra e Gazebo e poi Den Harrow e Pump up the volume. Oggi...
negli ultimi anni, abbiamo avuto Jamiroquai e Alexia, i Verve e i Daft
Punk (e per fortuna ancora i Depeche Mode!).
Siamo cambiati. Ci sono delle nuove generazioni. La musica di vent'anni fa è troppo lenta: io personalmente non riesco più a ballarla, oltre a provare un enorme fastidio quando in discoteca mi fanno sentire quelle canzoni che magari per conto mio posso pure ascoltare e ricordare con un pizzico di nostalgia. Ma io voglio avere dei ricordi anche della mia vita a trentatrè anni: voglio ricordarmi della musica da discoteca del 2000. Se vado a ballare ad una festa anni 80 mi sembra di rivedere per l'ennesima volta un vecchio film. Alle volte, con duro sforzo, si riesce persino a
convincere queste
persone così limitate degli errori di valutazione che stanno
commettendo. Ma poi, rientrate nel loro mondo, ritornano rapidamente
sulle loro posizioni Induvidualistiche.
Si tratta peraltro delle stesse persone con le quali dieci anni prima potevi scherzare ed oggi, sugli stessi argomenti, non puoi più. Si badi bene: le stesse persone sugli stessi argomenti! Potrebbe essere comprensibile che un mio coetaneo si alteri se un giovinastro sui vent'anni (magari conosciuto da poco) va da lui e scherzando facesse degli apprezzamenti sull'aspetto fisico di lui o di sua moglie. Ma se si tratta delle stesse persone con cui dieci anni prima si rideva, si facevano scherzi, battutacce e considerazioni filosofiche, perché queste persone non sono più alla mano come lo erano un tempo? Attenzione: non sto dicendo che si debba fare "i
cretini da 20 a 60
anni"... Sto affermando che tra persone che si conoscono da oltre dieci
anni e tra le quali c'è sempre stato un buon rapporto, sotto
tutti gli aspetti, dovrebbe continuare ad esserci il medesimo feeling
di sempre: disponibilità, apertura, condivisione di vedute o
dialettica costruttiva.
Invece... il tempo passa e "la vita diventa più dura... sai, mia moglie è fatta così... il lavoro è quello che è... ah, come stavamo bene quando facevamo quinta... AH, COM'ERANO BRAVI GLI U2 QUANDO CANTAVANO "WITH OR WITHOUT YOU", NON QUELLE CANZONCINE STUPIDE DI ADESSO! BINGO! Ecco altre
domande/concetti che mandano in crisi (e spesso fanno
arrabbiare) i trentenni:
In qualche modo siamo nuovamente di fronte a delle
forme di ipocrisia:
e quale modo migliore per concludere se non lasciarvi nuovamente nelle
mani di Massimo
Gramellini e della sua raccolta di "frasi dette da finti innamorati
a veri innamorati"?
Ah, un PS sull'argomento musica: ovviamente io faccio i miei complimenti a quelli che fanno musica oggi, nel 2000: 20 anni fa era decisamente facile, ma oggi tutto è già stato fatto, detto, suonato. Perdoniamoli se ogni tanto fanno qualche cazzata! PS2: non perdetevi L'ultimo bacio! E' fondamentale per vivere serenamente i vostri trent'anni! :-)) |