Join Me è una campagna organizzata dal sottoscritto per diversi scopi morali e culturali.
  • Scopo morale numero uno è, per citare il mio amico Beppe, trovare una ragazza che la pensi come me sui diversi argomenti trattati qui di seguito e sposarla. Non sto scherzando, quindi direi che sono andato un passo oltre la teoria di Beppe.
  • Scopo numero due (applicabile ad ambosessi) è ricercare e trovare in giro per il mondo (la pagina sarà presto disponibile in tutte le lingue correntemente parlate dal Papa) persone che condividano i concetti che qui andrò ad esporre
  • Da questo derivano i motivi 2/a (trovare persone che non considerino un'utopia il fatto che si possa vivere meglio di come molti vivono/viviamo oggi) e 2/b (trovare persone che non abbiano paura di osare per realizzare qualche cambiamento)

Leggi l'aggiornamento 2004/2005!

Per quanto riguarda il punto numero uno, vorrei specificare, per i miei amici più cari ancora dubbiosi, che sì, sono proprio io! Quello che per diversi anni è stato convinto che quella ragazza, la sua sposa ideale, unica nel suo genere, gli fosse girata intorno per un annetto per poi andarsi ad imboscare e statalizzare con un altro. Siccome non voglio credere che lei fosse l'unica, ho deciso di impostare questa campagna. Insomma, io ci spero ancora...
Scopo amicizia

Allora... da dove incominciamo?

Quest'estate, mentre ero in vacanza-lavoro a Stromboli, ogni tanto seguivo di sfuggita qualche partita degli Europei di calcio.

Io odio il calcio, il mio sogno horror-erotico preferito è vedere le immagini di un incidente frontale tra le auto di Biscardi e di Mosca (a voi capire le sottili implicazioni della definizione "horror-erotico"). Considero il calcio un addormenta-coscienze (i latini coniarono la locuzione "panem et circenses") quasi pari al Grande Fratello, forse con maggiore ipocrisia.
Calcio-sport
Per l'Italia, però a volte mi piace provare ad appassionarmi alla partita o alle prove Olimpiche di atleti connazionali. Non so, magari per sorridere delle polemiche su chi canta l'Inno e chi no... o per contare le medaglie e scoprire di essere subito dietro a nazioni grandi come USA e Cina.
Il giorno successivo alla semifinale in cui l'Italia batté l'Olanda, trovai questo articolo di Massimo Gramellini su "La Stampa". Leggetelo, vi prego: si trova su un giornale che non è che mi esalti, ma non lo considero nemmeno tutto quel male che se ne dice. Basta avere ben chiaro chi ne è il proprietario e quindi prendere con il dovuto distacco una parte delle notizie.

L'avete letto? Bene!
D'altronde, prima di criticare qualsiasi cosa, perfino il calcio o un articolo che lo riguarda, bisogna averlo esaminato. Solo uno stupido potrebbe dire "a me del calcio non frega niente", perdendosi quindi, in questo caso, questa interessante analisi fatta dal giornalista. E purtroppo io conosco quello stupido!

Vi siete ritrovati in quel ritratto? Vi considerate fortunati e tartassati, in credito nei confronti dello Stato parassita ed opprimente eppure incapaci di organizzarvi per avere uno Stato migliore?

Capita spesso anche a voi di pensare che tutti gli Italiani siano idioti? Ma in questi casi vi ci mettete anche voi oppure no? Già, perché caso mai non ci aveste pensato, il governo e in generale tutti i politici sono identici agli altri cittadini: solo che hanno più potere.
Italia
Se i cittadini sono tendenzialmente onesti, lo saranno i politici. Se i cittadini tendenzialmente rubano, ruberanno anche i politici. In entrambi i casi, amplificando all'ennesima potenza (ecco perché non credo che avrò mai voglia di andare in vacanza in Serbia o in Albania).
E' una questione matematico-statistica: immaginare che tutti gli idioti presenti nella popolazione di uno stato finiscano per fare i politici viola le leggi della probabilità. Anche se indubbiamente tra i politici si conta un numero percentualmente superiore di idioti, un po' come in tutte le categorie di persone che aspirano a poter dettare legge sulle vite degli altri (un certo Shakespeare una volta disse qualcosa sugli avvocati...).
A dimostrazione di ciò vi inviterei a leggere un altro pezzo di costui che è ormai diventato il mio giornalista preferito (insieme naturalmente a Curzio Maltese e Marco Travaglio).

Ma non usciamo dal seminato.
Io credo di sì... E' decisamente vero: noi Italiani siamo genio e sregolatezza. Non ci piacciono le regole, siamo troppo individualisti e ognuno di noi pensa di poter fare le cose meglio di chiunque altro.
Siamo oltre il sogno americano: si dice spesso che la piccola impresa sia l'anima dell'economia italiana, ma questa definizione è sia un pregio che un difetto.
Noi abbiamo tante piccole imprese perché non siamo capaci di metterne su una grande senza fare casino e litigare tra di noi (pensate a come sono ordinati i tedeschi o gli scandinavi). Come dite? Ci sono delle eccezioni? Sì, ma se ci pensate bene sia nelle ditte piccole che in quelle grandi il numero di persone intelligenti è il medesimo ed è inferiore alla decina. Tutti gli altri fanno solo massa.

Essere intelligenti non è un difetto, ve lo dice uno che sa di cosa si sta parlando!
Il punto è che si rischia di farsi prendere da manie di onnipotenza e di poter quindi travalicare la legge, le regole democratiche, le regole economiche, le regole dello spazio-tempo...
E quindi si fa in fretta a fare casino. La cosa positiva è che comunque, come fa notare Gramellini, alla fine ci va sempre bene (a Napoli hanno delle definizioni più pregnanti).
Mantenendo peraltro i vantaggi che derivano dal suonare ognuno una corda diversa: abbiamo un mucchio di idee e facciamo/costruiamo tante cose belle, dalla musica ai vestiti alle case alle auto. Dal Rinascimento al mio amico Fabrizio è tutto un susseguirsi di grandi idee... Con l'handicap che queste sono state sfruttate un po' poco perché poi sono arrivati altri popoli più organizzati di noi (Meucci per esempio potrebbe darci delucidazioni...) e le hanno diffuse su scala planetaria. Ma NOI ci siamo arrivati prima!


Abbiamo accennato al fatto che tra di noi sono presenti degli idioti.
Purtroppo è un argomento da non sottovalutare.

E' un problema diffuso in tutto il mondo, non è solo italiano. Tant'è che un famoso fumettista americano ha coniato l'espressione "Induviduo" (dall'inglese In-duh-vidual, gioco di parole che significa all'incirca "individuo-tonto") per identificare queste persone.
Induvidui
Il vantaggio che si ha nell'usare questa definizione è che se date a qualcuno dell'idiota, rischiate botte e querele. Se invece lo chiamate Induviduo, è probabile che lui vi ringrazi e si senta felice.

In questi giorni abbiamo sotto gli occhi un esempio talmente lampante che rende questo discorso fin troppo facile... E' come sparare sulla Croce Rossa.
Il Grande Fratello!
Il telegiornale di giovedì sera, ore 24:30 circa, su Italia 1 (e vabbé, direte voi...) riporta tra i titoli la notizia "Sergio è stato eliminato dal Grande Fratello"... "Sergio era diventato famoso con il soprannome di Ottusangolo assegnatogli dalla Gialappa's Band".
Ma io dico: chissenefrega di Sergio, del soprannome che gli hanno dato e di tutto il resto? E' una notizia da entrare in un telegiornale? Un po' come le vittorie del superenalotto... sono tra le notizie che vengono date in mezzo ai fatti di cronaca di un telegiornale...
Per lo meno il fatto che venga citata la Gialappa's tira un po' su il tono del programma!
Il Grande Fratello non dovrebbe esistere, è inguardabile e men che meno se ne dovrebbe parlare. Non è un programma, è una fiera di rintronati pagati per alimentare chissà quale (finta) morbosità di un pubblico reso demente. E non mi interessa se sono attori o se agiscono spontaneamente... non mi interessa nulla delle vite di perfette persone inutili (non le conosco, ma il fatto che siano lì mi fa propendere per questa ipotesi!) e non le voglio vedere... Come se io mi presentassi con degli amici a casa di qualcuno e cominciassi a parlare dei fatti nostri, supponendo che a quel qualcuno interessi.

E il superenalotto... poi ci si lamenta che i giovani non studiano! Cose dette e ridette, ma l'unica cosa che ti fanno credere che conti davvero sono i soldi e l'apparire (in TV, se possibile). Quindi, perché studiare?

E' una truffa basata sulla stupidità. Le probabilità di vincere sono talmente poche... eppure la matematica è tra le materie meno amate e studiate.
Soldi/Matematica
Quindi fa molto più effetto sentire dire che ogni mese un italiano su 55 milioni (ma le schedine giocate sono ben di più) vince una ventina di miliardi: equivale a dire che prima che una persona all'interno di una cerchia di, diciamo 100, amici vinca quei miliardi dovranno passare 550.000 mesi, pari a circa 50.000 anni. E quante volte sentite dire al telegiornale "quest'anno spenderemo 6 miliardi di lire in..." oppure "costerà oltre mille miliardi in più" senza dire la percentuale, il fattore di divisione... Sono cifre vuote.
Ma d'altronde la matematica è pesante, e poi a chi vuoi che serva per trovare un lavoro, da grande? Ah, certo, per entrare in televisione credo sia requisito fondamentale avere un 4 in quasi tutte le materie.
Così uno rimane colpito da quella notizia "spenderemo sei miliardi di lire in più...", e non sa se quei miliardi erano da dividere per l'intera popolazione italiana (con un esborso quindi di circa 100 lire a testa) o se erano da dividere tra i possessori di una Punto Turbo Diesel nell'area del pinerolese (con un esborso decisamente superiore).
Ah, per inciso io non possiedo una Punto siffatta né abito nel pinerolese, così non potete accusarmi di interesse privato.
Oppure senti dire che un certo prodotto (per esempio la benzina) è aumentato di x lire nel corso degli anni, ma non ti dicono di quanto è aumentato parallelamente il costo della vita.
In effetti a questo punto il discorso si sposta un po' sul cattivo modo di fare informazione tipico dei telegiornali. E io non volevo mettermi a parlare di giornalismo, perché non sono un giornalista. Potevo, invece, essere un buon matematico.
Comunque, la cosa che secondo me è alla fine ancora più stupefacente (e ci servirà in seguito per altre considerazioni) è che la gente ha abbandonato il totocalcio che permetteva a diverse persone di vincere qualche centinaio di milioni o qualche miliardo tutte le settimane, in favore di un miraggio estremamente più lontano nel tempo. E sì che un miliardo cambia la vita di Induviduo più o meno come venti... ma la stupidità abbaglia!


Tornando al Grande Fratello e alla televisione in generale, non va comunque dimenticata la subcultura, l'ignoranza...
Ignoranza
Tutti dicono che la televisione è ormai solo più spazzatura: io posso solo portarvi qualche altro piccolo esempio... ma la mia missione è allontanarvi da quella spazzatura.
Chi fu quella grande giornalista sportiva che quando un corrispondente dal Portogallo terminò una frase con la citazione latina "hic sunt leones"... lei gli rispose "ah, scusami ma io non conosco il portoghese"?
Oppure i De Mita & c., i Biscardi, il massacro dei congiuntivi... I giochi a premi (in particolare La ruota della fortuna, ma anche Greed e Chi vuol essere miliardario)... La Settimana Enigmistica al confronto è un'enciclopedia.
Ah, e l'inglese che viene preso in giro (forse per esorcizzarlo) ogni volta che si pubblicizza un corso per impararlo...
Io poi non ci credo che uno che fa degli errori in quello che è più o meno il suo settore di attività, quando è fuori dal lavoro, sia poi capace di fare bene ciò in cui dovrebbe essere bravo o almeno capace. Eppure conosco traduttori che sbagliano a mettere l'"H" davanti al verbo avere e alle preposizioni, che non sanno usare la punteggiatura... Persone come quelle citate sopra che non sanno parlare l'italiano eppure si fanno rappresentanti di settori in cui l'esprimersi è tutto (politica, calcio, ma non solo). E' come fidarsi di un tassista che quando esce al sabato sera con gli amici guida da far paura, o di un elettricista che non sa accendere il televisore di casa.

Io tra l'altro credo di avere il pregio di ricordarmi che cosa la gente ha fatto o faceva anni addietro quando l'ho incontrata la volta prima: purtroppo è una qualità che sta scomparendo.
La ritengo invece molto importante poiché mi permette di associare quello che mi viene detto o venduto con chi me lo sta proponendo: e se quel tipo mi ha tirato un pacco sotto altre spoglie è ben difficile che io possa fidarmi ancora di lui. Soprattutto se si tratta di un Induviduo-rappresentante (parente stretto dell'Induviduo-mediatore): ossia uno che non ha niente di suo da presentare se non la propria incapacità a fare un lavoro produttivo.
Conosco molta gente che dopo aver venduto prodotti scadenti di una Casa ha cominciato a vendere quelli di un'altra: chiaramente ha cercato di spacciare il suo cambiamento di bandiera come una sua "evoluzione", affermando che l'altra Casa era decisamente inferiore mentre questa è "tutta un'altra cosa". Beh, mi dispiace, ma io da costui non comprerò più nulla.
Tra l'altro, dimostra anche una coerenza da politico-banderuola, e si tratta di una delle categorie che odio di più. Peccato che se nessuno si ricorda le porcate che questi hanno fatto quando erano sotto un altro simbolo, loro continueranno a prosperare.


Da quanto abbiamo detto fin qua a parlare di pubblicità il passo è breve e il legame strettissimo.
La pubblicità unisce infatti dei fattori di stupidità e subcultura con degli ineguagliati valori di ipocrisia. Prendete queste frasi:

Pubblicità
  • Ci siamo trasferiti in una sede più grande per servirvi meglio...
  • Zero incidenti non è un obiettivo impossibile. Tu da che parte stai? Facciamo nostra la convinzione quotidiana: oggi non avrò incidenti. La nostra competenza...
  • Se non hai visto CiaoWeb non hai visto niente...
  • Questo sacchetto di plastica non è un giocattolo...
  • Si è verificato un errore inaspettato nel modulo...
Nota per gli zelanti: le ultime due frasi non sono in realtà spot pubblicitari, ma mi serviranno in seguito per affrontare un altro aspetto del problema.

La prima è tratta da un depliant della TNT Traco nel quale si informava del trasferimento da un capannone di dimensioni inferiori a uno più grande.
La seconda è tratta da un poster informativo di un grossista di gas combustibili.
La terza è l'ingloriosa trovata del famoso portale de... sì, sempre di quel giornale di cui parlavamo prima. Forse dovrei rivedere il giudizio positivo che ho dato.
La quarta frase potete leggerla sugli involucri in cellophane e in generale sui sacchetti che racchiudono oggetti di dimensioni voluminose ed è probabilmente (ma non è detto) rivolta ai bambini.
La quinta è una gustosa perla del linguaggio computerese (quello contro cui milioni di utenti e programmatori si scagliano tutti i giorni).
Prima di commentarle ed arrivare al nocciolo del problema, vorrei intrattenervi ancora un po' con delle mie considerazioni personali.
Su di me la pubblicità (televisiva, ma non solo) sortisce gli effetti contrari a quelli previsti: il nome del prodotto manco lo sento né guardo le facce delle modelle (in fondo, se non posso farmele, che mi importa di come si chiamano, che misure hanno, cosa pensano... perché, uno che fa pubblicità pensa?? (Bisio, perdonami!)) In genere giudico la qualità dello spot (che di solito non vedo ma sento soltanto in quanto sto facendo altro) e di solito mi fa cagare.
Cioè, è stupenda, patinata, con bella gente e belle inquadrature... Ma i contenuti sono odiosi, diseducativi, demenziali.
Quindi non riesco proprio a capire come la pubblicità possa portarmi a scegliere un prodotto piuttosto che un altro.
Quella roba lì non può servire per aiutare a vendere o per "consigliare" (eufemismo ipocrita). Forse, come ha detto qualcuno, ha la funzione di guidare le persone sperdute davanti a uno scaffale di prodotti sostanzialmente tutti uguali.
Per fare degli acquisti sensati, secondo me l'unico modo è provare: METODO SCIENTIFICO!
  • Si va al supermercato e si comprano i prodotti rispettivamente più caro e rinomato e più economico dello stesso genere. Li si provano e si giudicano. Se sono uguali, il caso è già risolto e due o tre maledizioni al proprietario della marca più cara nonché al pubblicitario ci stanno più che bene.
  • Se la differenza è apprezzabile, io propongo di risalire la scala dei prezzi, fino a raggiungere quello che ci soddisfa.
Ho semplificato, ma comunque il metodo giusto è questo. Sempre meglio che tifare Al Gore for president solo perché un suo omonimo suona nei Depeche Mode, e io adoro i Depeche Mode (naturalmente è un esempio di fantasia) *.

Possiamo dunque tornare ad esaminare quelle perle che vi avevo esposto prima, naturalmente precisando che sono state scelte a caso nel mare di idiozie che si sentono in giro.
Per quanto riguarda il sacchetto, è ovvio che quella frase è uno scarico di responsabilità nei confronti dell'assicurazione. Il produttore del sacchetto la scrive perché presupponendo che un giorno qualche Induviduo o figlio di Induviduo si soffocherà con quel sacchetto (magari giocandoci, magari cercando di suicidarsi come il tristemente famoso Gabriele Cagliari dei tempi di Tangentopoli :-) ) vuole avere la coscienza pulita. Perché altrimenti non si spiega per quale motivo uno dovrebbe scrivere una cosa così idiota su un sacchetto: per un adulto è ovvio che non si usa un sacchetto per giocare a suicidarsi, e un bambino non sa leggere. In entrambi i casi il messaggio è inutile.
Il discorso dell'errore inaspettato è più gustoso. Il punto è che non si sta parlando italiano (o inglese) ma computerese. Il computer sa che possono verificarsi molti errori nell'esecuzione del programma (dal suo punto di vista tutti per colpa o del programmatore o dell'utente, in entrambi i casi Induvidui) e che alcuni sono "aspettati" ossia circoscrivibili, aggirabili, previsti... mentre altri no. L'utente invece immagina (sbagliando) di avere davanti a sé un oggetto funzionante e quindi per lui ogni errore è "inaspettato". Il fatto che il messaggio ci tenga a precisare "inaspettato" implica per l'utente che in generale il computer lavora aspettandosi molti errori, oltre ai quali ce ne sono di "inaspettati". E' un mondo difficile... (Ricordate: i computer fanno quello che l'uomo gli dice. Cioè guai.)
Il discorso CiaoWeb è semplicemente stupido. E' il punto d'unione tra la subcultura e il massacro della lingua e del concetto logico con l'ipocrisia strisciante. Che altro si può dire a questi pubblicitari se non "andate a lavorare in miniera!" (il mio tributo sommerso a Grillo comincia a prendere forma!)
Che cosa vuol dire "se non hai visto CiaoWeb non hai visto niente"? Eh? Che cosa accidenti vuol dire? E soprattutto come fai ad estrapolare quel "non hai visto niente" cercando di far vedere che una che torna a casa "non ha visto niente" e dunque non vede il marito a letto con un'altra oppure che il commesso al supermercato non ha visto una rapina degna di Hollywood perché non ha visto CiaoWeb? Imbecilli!

Il punto è che le parole perdono di significato... E NON solo in pubblicità: siccome la gente parla solo più con le frasi che sente in televisione, finisce per usare le frasi sgrammaticate o prive di senso degli spot anche per esprimersi quotidianamente. In realtà lo faccio anch'io, ma solo da quando un sondaggio ha confermato che le donne trovano "molto affascinanti" gli uomini che ripetono, parlando con gli amci, le battute sentite in televisione. Ovviamente quelle comiche.
E, parallelamente, non distingue più il significato di quello che sente dire, negli spot come nei telegiornali.
Ogni giorno da tre mesi a questa parte l'Euro "cola a picco", la benzina "vola"... Il politico tal dei tali è "nella bufera"... "Esplode la polemica" su questo o quel problema di secondarissima importanza. La vita di oggi è "sempre più" frenetica... Il mercato è "sempre più" veloce. **
Le parole non hanno più significato. Su questo si basa la pubblicità: anche perché, se dovesse usare le parole per esporre dei fatti, dovrebbe dire cose vere ossia che i prodotti sono tutti uguali e che "bisogna" sceglierne uno piuttosto che un altro solo in base a fattori di simpatia o di moda.
In caso ve lo foste domandati, io appoggio pienamente Beppe Grillo e vi consiglio di seguire tutti i suoi spettacoli.
E, quando uscite, se possibile non limitatevi a dire "bravo, sì, ma tanto le cose non cambieranno mai".

Ma torniamo ai nostri ultimi due slogan.
Quello della Traco faceva ridere perché era un modo di presentarsi veramente terra-terra, degno di quelle azienduccie che fanno pubblicità sulle TV locali o sulle riviste specializzate, dove un titolare ciccione con accento piemontese o bergamasco mostra fiero il suo capannone. Per carità, è bello vedere uno che lavora e si dà da fare, ma ti prego, evita di sputtanarti così soltanto per avere qualche cliente in più!
Che cosa dici? Se ti sposti in un capannone più grosso lo fai perché hai più soldi di prima e vuoi stare più comodo! A me che vengo a portarti un pacco da spedire non cambia assolutamente nulla: mica ci devo vivere io nella tua sede! E non c'è nemmeno da sperare che con una sede più grossa i clienti saranno serviti meglio perché in nome dell'espansione voi cercherete di avere molti più clienti di prima finendo per dare un servizio caso mai peggiore.
Quella del gas poi è stupenda: ma guarda, non ci avevo pensato ma al mondo c'è molta gente che lavora per avere incidenti! E io che pensavo fossero solo i terroristi palestinesi (George scherzavo!)
Mi chiedi "da che parte sto"? Ma tutti lavoriamo per non avere incidenti, idiota! Però a volte capitano, sai? Anche se "faccio mia la convinzione"... A volte la convinzione non basta... A volte non bastano nemmeno i prodotti di qualità (come difficilmente saranno i tuoi, viste le idiozie che scrivi)
Pazzesco!

Eccovi altri esempi di affidabilità dei computer (e di chi li costruisce). Sono un po' tecnici, ma sono sicuro che c'è chi potrà apprezzarli:
  • "...in alcune circostanze, in particolare durante i primi tre cicli dell'istruzione LDI IOR,00h [...] il verificarsi di un interrupt potrebbe causare il mancato salvataggio dei flag..." (tratto da un data sheet ST)
  • "...la funzione [...] si comporta in modo analogo alla funzione vista in precedenza, ma sarebbe meglio non usarla in questa particolare circostanza..." (tratto da Microsoft MSDN)
In entrambi i casi chi utilizza i prodotti di queste ditte si domanda: ma l'avete costruito/programmato voi oppure no? E allora chi deve sapere quando il "potrebbe" e il "sarebbe" smettono di essere condizionali e diventano triste realtà?
Certo, tutti sbagliamo (non dirò la frase che vi aspettate che dica).
Solo che, se uno si accorge di un errore, magari non ricorrente ma sporadico, o lo risolve o lo ammette e lo segnala come tale. E' come se al mercato vi dicessero "compri quella bellissima frutta, ma deve sapere che se la mangia tra le 16 e le 17 di dopodomani potrebbe rimanerle sullo stomaco, e non sappiamo perchè".


Come avete visto, dunque, è raro che la gente dica quello che pensa realmente. Agli Induvidui questo accade sia perché il loro cervello si è fritto, sia perché sono degli ipocriti.
O per entrambi i motivi, come adesso andremo a vedere.

Tendenzialmente, come avrete forse capito, mi considero uno di sinistra. Mi riconosco nei valori della sinistra soprattutto perché mi sembrano gli unici che possano permettere ad una civiltà di evolversi provvedendo al bene comune di tutti gli elementi che la compongono.
Ipocrisia
Ma non avrei problemi a diventare uno di destra, se mi venisse detto e dimostrato chiaramente che perseguendo ideali di sinistra siamo destinati al caos e ad autodistruggerci (naturalmente, in questo momento, sono portato a pensare che la destra potrebbe portarci verso tale scenario).
Voglio dire: mi sembra che da tutte le parti si sentano dire belle parole sulla collaborazione, il rispetto reciproco ecc., ma poi vedo che quelle stesse parti proclamano a gran voce posizioni molto più individualistiche per non dire egoistiche.
Aspirare alla bellezza, al benessere e al piacere è perfettamente legittimo, ma nei limiti in cui tutto questo non va a sopraffare i diritti dell'altro. Tutti preferiamo stare in un posto di lavoro dove i colleghi sono belli, sani e simpatici, ma anche i più brutti e i meno sani devono lavorare (per gli antipatici si può sempre pensare di aprire una filiale su Giove).
Allora, la mia definizione di ipocrisia è questa: proclamare a gran voce che anche i "non vedenti", gli "extra-comunitari", i "portatori di handicap" hanno gli stessi diritti dei cosidetti normali e poi relegarli fin dalle parole in un ghetto. Già, perché se non ci fosse il bisogno di avere una bocca pulita e sorridente che copre un'anima schifida, non sarebbe necessario usare eufemismi: tra i nostri colleghi troverebbero posto i ciechi, i negri e quelli su una sedia a rotelle che non avrebbero nessun timore di queste definizioni perché saprebbero che non è da come appaiono che verranno valutati, ma da quello che sanno fare indipendentemente dal colore della loro pelle o dall'aspetto slanciato (cfr. Star Trek, quando Uhura incontra Abramo Lincoln).
Ecco, abbiamo appena fatto una nuova scoperta: l'ipocrisia è di sinistra! Già, infatti la destra lo dice chiaramente che i neri ecc. vanno rinchiusi e possibilmente bruciati (o ricoperti di letame in caso tentino di costruire una moschea... vero miei cari leghisti, amori di un tempo passato? Che bell'esempio di "villaggio globale" ricco di benessere per tutti, come la destra proclama a gran voce...)
Il punto è che la sinistra è ipocrita per il semplice motivo che tenta di mediare la posizione di Madre Natura (solo i più forti e i più sani devono sopravvivere) con quelli dell'evoluzione e della saggezza (in una società evoluta tutti hanno gli stessi diritti nonché doveri). Certo, un altro problema è che anche la sinistra pullula di Induvidui...
La destra questo problema manco se lo pone: quindi sembra più coerente.
E' difficile, certo... Non è nemmeno detto che sia la strada giusta. Star Trek ci insegna così, ma se andate ad un paio delle loro convention vi renderete conto che anche là hanno dei seri problemi.
Ma io sono convinto che se si evita di diventare Trekker si può sperare che in un futuro gli umani miglioreranno sempre più. E' difficile, certo... ma è una sfida fantastica, no? E' più arduo ma più gratificante inventarsi uno stile di vita funzionale per tutti, piuttosto che andare a rinchiudere quelli che non ci piacciono in un lager, no? E per l'umanità le sfide non sono la molla prioritaria, le scintille di ogni progresso?
C'è un mio amico che ci tiene a far notare che lentamente, piano piano, l'umanità si è evoluta: cento anni fa c'era la schiavitù, le donne non votavano... Le cose sono migliorate, pian piano...

Ah, e non voglio vedere nemmeno uno che alzi il dito dicendo "hai visto che fine ha fatto il comunismo in Unione Sovietica?"
Chi lo fa è sicuramente uno che lavora a Retequattro, oppure un microcervello che balla il mambo insieme alle farfalle in un cranio semivuoto. Quello non era comunismo, era una dittatura tesa ad impoverire la gente ED i capi. Una stupidaggine: persone più sveglie come Imelda Marcos o Pinochet o Craxi hanno creato un sistema totalitario dove almeno i capi si arricchivano!
Forse, dico forse, all'inizio pensavano di mettere in pratica le idee di fratellanza e comunità... Ma ben presto si sono persi (i sovietici, non Pinochet & c.)

Come dice spesso il mio amico Nicola, il comunismo si basa sul falso presupposto che l'Uomo sia onesto. Questo dimostrerebbe che siamo molto più ipocriti di quello che si pensava (e vi assicuro che io pensavo già ad un livello molto elevato)
Comunismo
Eppure, quando viaggio per strada in auto e tengo la destra e vedo che quasi tutti lo fanno e che quindi un sistema lasciato in balia del libero arbitrio di ogni persona tutto sommato funziona... Mi stupisco, però sembra che certi concetti come "rispetto della vita altrui" a volte esistano davvero.
Quindi, forse, anche altri concetti che riguardano il bene di tutti non sono soltanto vuote parole.
Pensate... con l'ingegneria genetica e gli sviluppi della tecnologia potremmo presto avere da mangiare per tutti, prodigi elettronici per farci vivere, viaggiare e curare a livelli molto più evoluti di quelli odierni... E saranno/sarebbero per tutti, se non ci si ostinasse a volerci straguadagnare, a usare la tecnologia per produrre stupidaggini televisive, se le multinazionali riuscissero a guardare un po' oltre il loro orticello e accettassero di condividere i risultati delle loro scoperte con tutti i popoli della Terra.
Non è fantascienza... i mezzi ci sono: dipende dalle persone accordarsi. Io sono convinto che con il dialogo o con la forza prima o poi l'intero pianeta sarà unito.
A questo proposito (del dialogo, non della forza) vorrei consigliarvi la lettura degli appunti di Gino.


C'è anche chi obietta che senza molle o bisogni, senza necessità, in una società perfetta dove tutto è in completa armonia, l'Uomo diventerebbe un vegetale, un ebete: costoro non sono molto lontani da quelli che ho esecrato prima. Ve l'ho già detto che per gli Induvidui le cose non cambiano molto sotto governi di destra, di sinistra, di sopra o di fianco. L'importante è che non cerchino di disturbarmi con le loro idiozie.

Tornando all'inizio del nostro discorso, ci terrei a chiudere la parentesi sull'ipocrisia.
Se ci rendiamo conto, se tutti ci convinciamo che solo i migliori, i più belli sopravvivono, basta solo smettere di usare vuote parole per coprire qualcosa in cui nessuno crede realmente. Potrei scoprire di non metterci molto a prendere un porto d'armi e dare una mano alla selezione naturale eliminando gli idioti da questo pianeta. In fondo devo ammettere che se la mia amata Irene fosse stata una cozza, anche se dotata di tutti gli ideali del mondo non l'avrei calcolata per niente.
Purtroppo sono umano anch'io.

Per chi vuole approfondire, eccovi altri esempi di ipocrisia:
  • I posteggi a pagamento: si fa pagare il posteggio ovunque, si innalzano le tasse sull'auto, si additano a "inquinatori" quelli che usano la macchina per lavorare, ma d'altro canto si afferma che l'industria dell'auto dà lavoro a tantissime persone, che se la Fiat dovesse ridimensionarsi *** ci sarebbero gravi ripercussioni, e poi "se non hai una macchina (preferibilmente grossa) non sei nessuno: vuoi mica uscire alla sera in pullmann?"
  • La diffusione della nuova tecnologia UMTS porterà nuovi posti di lavoro. Peccato che siccome le persone che usano il telefono sono comunque le stesse che prima usavano il GSM, è più giusto dire che si creeranno nuovi posti di lavoro per chi ha conoscenze (non osate dire "skill" che se vi becco... che pirla chi usa parole inglesi al posto di quelle italiane per "farsi figo") UMTS a scapito di quelli che lavoravano nel GSM.
  • E' difficile liberarsi del petrolio... non si sono ancora trovate energie alternative pulite... occorre bloccare il traffico per ridurre l'inquinamento. Ma perché non blocchiamo anche il riscaldamento, allora? E poi, chi vuoi che ci creda che "non si riescono a trovare energie alternative"? Forse quei fessi dei Verdi che nel 1987 hanno detto no al programma nucleare italiano per paura delle esplosioni, immaginando probabilmente che se SuperPhoenix in Francia esplodeva i doganieri sarebbero riusciti a fermare le radiazioni oltreconfine? Ma per favore...
  • Ci sono troppi incidenti in macchina... i giovani guidano male. E partono campagne demenziali contro questo o quel falso problema. Ma dunque: se a tutti piace a) andare veloce b) non indossare le cinture c) avere sempre fretta... allora accettiamo il fatto che ogni tanto qualcuno ci lascia le penne. E pace. Sempre a lamentarsi che le macchine consumano troppo, e poi se per caso ti atteggi a rispettare i limiti di velocità, dietro di te si crea una colonna di auto inferocite.
  • Gli scooter risolvono il problema del traffico: non è vero, se si guida una moto rispettando la legge non ci sono grandi vantaggi. I vantaggi li ottieni solo se sguisci tra una macchina e l'altra, posteggi sotto i lampioni o tra due container, e scavalchi la coda di auto al casello autostradale.
  • Il mercato globale e le economie di scala consentono di realizzare prodotti stupendi a prezzi stracciati: schede per computer anche molto complesse costano meno di 50-100 euro. Ripararle non conviene mai: il costo della manodopera va infatti dai 30 ai 50 euro l'ora: quindi quando sono guaste, le si buttano via. Con buona pace dell'inquinamento e della disoccupazione.
  • Molti si iscrivono in palestra, ma poi non fanno tre rampe di scale con i propri strafottutissimi piedi perché è faticoso.
  • Ah, e naturalmente questi che trovate nel paragrafo dedicato ai trentenni.

Riallacciandomi al discorso iniziale, sicuramente io posso dire di considerarmi un italiano-tipo nonché un ragazzo-fortunato (un po' come Jovanotti), forse perfino un eletto perché posso permettermi di pensare, di lavorare più o meno con gli orari che voglio... Attenzione, non quando voglio: io lavoro sempre... non esiste un momento in cui non pensi a quello che sto facendo, è difficile che io sia convinto (tranne che nei momenti di puro svago...) che quello che sto leggendo o ascoltando non abbia nulla a che fare con il mio lavoro o il mio sapere.

Secondo me chi sa fare non ha né avrà mai problemi a tirare avanti e bene. Il problema sono tutti gli Induvidui, quelli il cui solo scopo è arrivare alla fine della giornata incazzati verso il datore di lavoro, il proprio conto in banca e i propri simili, per poi sdraiarsi davanti a una TV (arrivati alla fine di questa sezione, potrete rileggere questo paragrafo sostituendo "fine della giornata" con "pensione" e scoprirne ulteriori sconcertanti significati... ah, parole sante quelle di Marco che disse "per me, come per mio padre, il concetto di andare in pensione equivale a pensare di morire").
Lavoro
Io... quelli che si rimboccano le maniche, quelli che hanno un minimo di motivo per stare al mondo, non siamo mai fermi: leggiamo, chiediamo, proviamo, investiamo soldi nelle nostre conoscenze e siamo fermamente convinti che questi soldi ci ritorneranno in tasca decuplicati, che ci daranno delle grandi soddisfazioni.
Magari leggiamo e navighiamo in internet anche di mattina, alzandoci tardi perché quel giorno non abbiamo appuntamenti: ma magari un altro giorno si lavora fino alle 9 di sera senza fare storie, anche e soprattutto perché quello che facciamo ci piace!
E comunque non lavoriamo sempre... la differenza è che quando ci svaghiamo lo facciamo spegnendo volontariamente il cervello, non lasciando in mano ad altri l'interruttore (grazie lrosa, ogni tanto ne dici una giusta anche tu!)
Pensate a quanti Induvidui, per strada, si fermano ad ogni incrocio anche se la strada su cui viaggiano ha la precedenza... e quanti non si fermano invece allo STOP o al rosso. Vorrei domandare loro se non possono, appena imboccata una strada, verificare se quella strada ha diritto di precedenza, se non possono controllare subito se si tratta di un senso unico ed in caso affermativo sia quindi consentito occupare entrambe le corsie... Ma ho paura a fare questa domanda: mi sono sempre immaginato una risposta del tipo "eh, lo so, ma chi ha la testa o il tempo di guardare quelle cose?"
Certo, perché hanno fretta di andare a casa a guardare il Grande Fratello!
Poi magari si lamentano che la memoria non funziona più, che il loro cervello si è atrofizzato...

A volte, quando mi lascio portare dalla teoria del complotto, immagino che da qualche parte Qualcuno sa che le notizie, la TV e buona parte della realtà sono solo una finta, una copertura creata per le menti più piccole... Eppure non voglio crederlo, voglio sperare che la gente non sia così stupida o che, se proprio lo siamo, che siamo tutti stupidi uguali... che chi crea le notizie non vive in fondo meglio di chi le subisce.


Gli Induvidui si lamentano anche che in genere il lavoro che fanno non è di loro gradimento e che i colleghi sono odiosi.
E' vero, persino io a volte mi arrabbio e mi avvilisco a vedere quanti imbecilli ci sono in giro! E, a parte questi casi che sono la maggioranza, a volte mi arrabbio purtroppo anche con i miei amici o le poche persone che reputo intelligenti.
Ma, quello che voglio dire è che la soluzione sembra così ovvia...
I colleghi sono odiosi? Bene, ma tutti abbiamo degli amici, dunque prendi i tuoi amici, li riunisci attorno a un tavolo, tirate fuori delle idee cosicché possiate lavorare con gente che vi sta simpatica.
Come dite? Non avete idee? Beh, allora non c'è risposta migliore di quella data da Dogbert, ossia "Mi dispiace comunicarvi che il vostro cervello si è spento: siete pregati di lasciare che il vostro corpo faccia lo stesso. Fine messaggio"
(se non avete amici, be', è ancora più facile: i vostri nemici vi faranno fuori risolvendovi il problema).
Dopodiché, avute le idee, molti si dicono: "ma è difficile riuscire a guadagnare abbastanza in questo modo..."
Già, ma abbastanza per cosa? Per vivere onestamente, mangiare, vestirsi, stare al caldo ed avere una casa e una macchina? Io credo di sì. O forse per avere una BMW o una Golf (non me ne vogliano i possessori, è che ho avuto troppi esempi negativi...), per avere tanti televisori a colori e ricevitori satellitari, una casa piena di DVD o videocassette... Andare in vacanza solo in villaggio turistico perché organizzarle da soli è "impresa ardua"?
Ma vi rendete conto che per potervi riempire di tutte queste "cazzate" (ad essere scurrili) oppure "falsi bisogni" (ad essere fini) voi abbassate la testa tutte le mattine davanti a qualcuno al quale di voi non frega nulla? Che passate 1/3 della vostra vita (o meglio, metà della vostra vita attiva) in un posto che odiate?
Allora, che cosa conviene realmente fare? O essere? Il solo fatto che si sia sempre fatto così, che così vi sembri l'unico modo possibile per esistere, non implica che non vi siano alternative. E' un po' come in Matrix.
Ah, già, ma dimenticavo, voi siete Induvidui.
Voi non avete il tempo per la vostra vacanza né per la vostra vita perché la vostra vita è già stata riempita di finti impegni che, vi è stato detto, sono indispensabili per poter vivere! Ma non è così.


La teoria del complotto afferma che "non potendo sopprimere miliardi di persone che sono solo un peso per i pochi realmente intelligenti al mondo, si cerca di fare in modo che le loro vite procedano il più rapidamente possibile dalla nascita alla morte, senza fermate degne di nota". Cioè, senza pensare.

Il complotto
Portando a conseguenze più estreme questa teoria, mi è capitato più volte di arrivare a pensare cose estremamente comuniste. Quindi ho deciso di fermarmi: ma voglio darvene comunque un accenno.
Sembra che lavorare in una grande ditta (preferibilmente statale) addormenti le coscienze: e se tutti fossero in proprio, sarebbero più responsabilizzati nonché felici. Allora le grandi ditte (che in futuro saranno ancora più grandi, come prevede Dilbert) non servono. Ma allora forse non serve nemmeno il denaro: io so fare il tappezziere, tu sai fare l'idraulico e lui coltiva la terra. Facciamo tutti e tre, bene, quello che ci piace fare: quando uno avrà bisogno dell'altro, ci scambieremo le capacità e le conoscenze...
Troppo facile, vero? No, tralasciate quest'ultimo paragrafo...
Però non dimenticate un aspetto collaterale di quanto detto sopra: se non avete grosse pretese (leggi: "grossi debiti") non siete ricattabili. Se invece avete bisogno di tanti soldi, vi dovrete abbassare a fare qualsiasi cosa per ottenerli: anche quello che non vi piace.
Il che non sarebbe sbagliato: è la legge della domanda e dell'offerta. L'unico problema è capire se quella domanda arriva dalla vostra testa o da quella di un altro. Ma non vi preoccupate: se arriva dalla vostra testa probabilmente siete pazzi e presto verrete ricoverati.

Altri suggerimenti per coloro che avessero intenzione di vivere una vita al fine di realizzare i propri sogni (o, più banalmente, di non vivere come dipendenti-alias-parassiti):
  • Quando avete intenzione di realizzare qualcosa, buttatevici a capofitto: dedicargli solo il tempo libero che rimane dopo aver fatto qualcosa di più importante non funziona. O meglio, funziona in quella direzione: infatti fa sì che la cosa che vi riesce veramente sia quell'altra e non quella che voi vorreste realizzare (applicato al lavoro significa: non provate a intraprendere un'attività nei ritagli di tempo, ma abbandonate tutto il resto e immergetevi a fondo in essa. Solo se la vostra sopravvivenza economica dipenderà dalla buona riuscita di quest'attività ci saranno speranze di raggiungere la meta. E' un altro modo di affermare che persone realmente motivate possono ottenere qualsiasi cosa: ecco che cosa ha detto un inventore:
      "Non ho problemi di salute, perché sono stimolato ogni giorno e, mi creda, se si è contenti di quello che si fa, si rimane in salute"
      "Se si pensa di avere una buona idea, la curiosità è un pungolo fortissimo: c'è gente che smette di mangiare, per dare la caccia a un'idea."
      "Quando seguo un mio progetto, lavoro 18 ore al giorno, non 8"
      "Le loro idee non erano migliori, ma erano motivati: spessissimo è più importante la motivazione che non l'idea in sé" (Roman Szpur, da un libro della IHT Gruppo Editoriale)
  • Fatevi una ragione del fatto che non potrete avere tutto. Potrete avere molto, questo sì.
  • Se qualcuno vi tratta male, voi siate sempre e comunque migliori di lui. Anche se sarete costretti a scendere al suo livello, siate un po' più onesti. Vi sentirete meglio ed il mondo con voi.
  • Ci saranno circostanze in cui non potrete ottenere giustizia presto e con le vostre sole forze. Non preoccupatevi, perché morte e disgrazie colpiranno chi vi ha fatto dei torti anche a distanza di anni, ma consegnandovi la "ricevuta" che quello è il credito che stavate aspettando. Ovviamente la cosa vale anche contro di voi!
  • Siate coerenti. Nella vita ci sono dei princìpi: da questi non bisogna mai allontanarsi, tranne che per alcune eccezioni (e vi prego di restringere queste eccezioni alle sole questioni di vita e di morte... e in certi casi nemmeno a quelle). Non svendetevi per qualche soldo in più. Non pensate "massì, che differenza vuoi che faccia..." La differenza la farà sempre, anche nei casi più banali ****.
  • Diffidate dei figli di una persona intelligente e magari ricca: in genere, a causa della mancanza di stimoli in cui si è svolta la loro crescita, saranno dei perfetti imbecilli con smanie di onnipotenza.
  • Diffidate delle persone che si presentano con due cognomi o due o più nomi!

Va detto che in ambito lavorativo la presenza di Induvidui è particolarmente brillante. Vi propongo queste due riflessioni:
  • Alcune premesse. Positive: bisogne risolvere il problema della disoccupazione e tutelare l'ambiente. Negative: la pubblicità è l'anima del commercio e la tutela della privacy è una pia illusione.
    Svolgimento: aziende grosse e piccole inondano di pubblicità le nostre buche delle lettere (anche il telefono, ma in questo ambito non c'entra). Noi arriviamo a casa e, incazzati, strappiamo dalla buca quella cartaccia e la buttiamo nel primo secchio dell'immondizia che troviamo. ALT! Qualcuno ha l'idea di mettere un cestino con su scritto "progetto CARTEsio" (e un altro filosofo si rivolta nella tomba... e speriamo che il pubblicitario-ideatore possa presto raggiungere una tomba anche lui, magari insieme a quello di "CASTorino, la città è sempre in movimento"... come i nostri testicoli mentre viaggiamo in macchina!) nell'androne di casa. Il cestino, come ci viene spiegato, serve a raccogliere la carta e SOLO quella, per la raccolta differenziata ecologicamente corretta. Ogni settimana, poi, un ragazzotto con un furgoncino passa a svuotare quel cestino.
    Si noti come a) le aziende sprecano soldi per infastidirci (sfido chiunque a dire che ha trovato una notizia interessante in quei volantini) b) noi sprechiamo tempo a toglierla dalla buca c) si sprecano alberi d) si paga qualcuno per liberarci di rifiuti che qualcun altro ci ha portato in casa. E tutti sono contenti! Ma se le aziende dessero direttamente ai disoccupati addetti alla raccolta carta i soldi che investono in pubblicità non sarebbe meglio per tutti, oltreché per l'ambiente?
  • Fate caso alle telefonate commerciali che fate e ricevete: spesso vi chiamano promotori commerciali, telefonici o bancari per proporvi cose che assolutamente non vi interessano. Quando invece avete bisogno di un artigiano (idraulico, elettricista) questi sono irrintracciabili perché sempre oberati di lavoro. Quelli vi cercano, questi li cercate voi. Vorrà dire qualcosa?


Ma di Induvidui ce ne sono di tantissimi tipi. L'anno scorso ho avuto delle dimostrazioni che mi hanno fatto davvero sorridere (per non piangere)
Idioti

Tre fessi, uno dopo l'altro, sono caduti nella rete dell'acchiappa-Induvidui.
Uno è un tizio che scrive su una rivista di settore. Sapete, quelle riviste che appartengono a una società del settore, ma non lo vogliono dare a vedere, così fingono di parlare di tutti i prodotti ma in maniera strisciante parlano bene solo dei loro (c'è chi le chiama "marchette"). Un po' come fa il Giornale, ma meno spudoratamente.
Costui chiedeva ai lettori di proporre dei progetti alla rivista affinché fossero pubblicati. Gliene abbiamo spedito uno, e non c'è stata risposta. Ci abbiamo riprovato, e ancora niente. Dopo due mesi gli abbiamo scritto degli insulti e TA-DAH! è arrivata la risposta!
"Mi scusi... mi dispiace, credevo che le avesse già risposto il settore addetto... io avevo subito passato la vostra lettera ma evidentemente c'è stato un disguido..."
Sembrava sincero: quindi un Induviduo non nocivo. La cosa pazzesca è che non si era degnato di rispondere né sì né no, fino a quando non l'abbiamo preso a parole. Ottima figura.

Un altro caso è quello di un "conoscente" (amico non è una definizione applicabile) che lavorando in Nokia mi aveva offerto la sua disponibilità in caso avessi avuto bisogno di informazioni tecniche sui cellulari.
Mi dà la sua email e io gli scrivo con una domanda. Nulla. Gli riscrivo. Nulla. Lo incontro e gli chiedo se ha ricevuto la mia email. Lui mi dice che ha provato a rispondermi ma il mio indirizzo era sbagliato (ovviamente non è vero, visto che la gente risponde giornalmente alle mie email). Gli riscrivo ancora. Nulla.
Dopo qualche tempo gli scrivo un'ulteriore lettera, dicendogli che ho risolto i miei dubbi senza di lui e lo mando bonariamente a cagare. Come per magia mi arriva subito una risposta dove l'Induviduo mi scrive che "non sa come io mi sia sognato che lui poteva darmi delle informazioni sui cellulari Nokia" e che facevo meglio a non disturbarlo più.

Il terzo caso, il più bello, riguarda il famoso pezzo sul "complotto" di cui vi ho già parlato.
Un amico mi dice di sottoporlo al direttore di una rivista on-line con cui lui collabora, in quanto pensa che la cosa potrebbe interessare sia a lui che al direttore.
Glielo spedisco. Nulla. Glielo rispedisco. Nulla. Contatto il mio amico e gli chiedo se ha saputo qualcosa, ma lui non ha avuto notizie, allora mi ridà l'indirizzo pregando di rimandarglielo. Nulla.
Nella società dell'informazione, ho imparato presto una cosa: la gente è probabilmente saturata dalle informazioni, ma non è mai satura di insulti. Quindi questi raggiungono subito lo scopo.
Anche stavolta, dopo la mia lettera di insulti arriva una risposta. Qui il contenuto della diatriba è talmente gustoso che preferisco siate voi a leggervela da soli!

In tutti e tre i casi, si tratta di persone... pardon, Induvidui che "si suppongono" bravi, ma non lo sono... eppure si danno un'aria notevole (basta vedere lo "sfoggio" di paroloni del "direttore"). Immaginano di essere superiori, di avere il diritto di non rispondere, soprattutto di avere il diritto di disturbarti, ma già sapendo che il tuo parere non gli interesserà affatto.
E queste persone mi contattano, mi chiedono delle cose, poi spariscono, non si fanno più sentire... e quando gli chiedi "allora, com'è andata avanti quella cosa che mi hai chiesto?" ti rispondono male perché li stai scocciando! Ma TU, cretino, mi hai contattato! Non cercarmi più, ti prego: sei proprio un babaliciu, anzi un Induviduo... quindi vivi la tua vita, porta avanti le tue idee inutili ma non incrociarmi mai più!
La mia preoccupazione principale è riuscire a scansarle... evitare, nella vita di tutti i giorni, che gli imbecilli-supponenti mi disturbino. Non credevo di poter avere tanto in comune con un fumettista americano vegetariano!
Ci sono persone che parlano per mezz'ore, facendo solo perdere del tempo a chi sta lavorando davvero, farneticando di "facili guadagni", "convenzioni per ottenere dei business"... l'ultimo era la settimana scorsa in banca da me. Probabilmente (diciamo pure sicuramente) era un banfone, uno che si è già giocato i suoi soldi in "immagine", ma cercava di convincere il direttore dell'agenzia che lui aveva molti "agganci", che poteva portare molti clienti, ecc. E soprattutto: che se quella banca non gli dava il tasso richiesto, si sarebbe rivolto ad un'altra! Bingo! Questa è una delle formule tipiche del truffatore (ai poeti che stanno leggendo queste righe vorrei sottoporre la mia ode al truffatore): Uno che vuole davvero lavorare con voi con reciproca soddisfazione non vi "minaccia" di andare dalla concorrenza. Se fa così, vuol dire che sta solo cercando di truffarvi, penalmente o comunque anche solo maltrattando il vostro lavoro.
L'altro caso tipico è quello di chi propone offerte di lavoro, ma poi chiede soldi per darvi il lavoro: purtroppo molti Induvidui non si rendono conto che la logica è stata abbattuta! "Se io cerco un lavoro, è perché ho bisogno di soldi: se devo pagare per lavorare, c'è qualcosa che non va! MEEEP! Truffa in corso: tu vuoi portarmi via i miei ultimi soldi, anziché aiutarmi ad ottenerne onestamente degli altri"
Questo con buona pace di tante offerte di lavoro che si trovano in giro, e anche del marketing multilevel (o piramidale): io propongo di istituire un premio per chi riuscirà a produrre un generatore di kanker da indirizzare verso chi propone il marketing multilevel*******!


La concorrenza è poi un altro tasto che mi fa "alterare".
Concorrenza
Uno dei più famosi pirla che ho conosciuto in questi anni disse come terza frase dopo la stretta di mano iniziale (le prime due erano il nome/cognome e poi un convenevole a caso): "ah, lei fa quel programma... ma allora noi due siamo in concorrenza!"
Quest'Induviduo non aveva capito che noi "lavoriamo per produrre qualcosa che funziona", loro "lavorano per guadagnare". C'è una differenza sostanziale: noi conosciamo come funzionano i programmi, le reti ecc., loro no. Quindi non saremo mai in concorrenza: loro sempre in cerca di un cliente babbione da incaprettare, noi in cerca di nuove mete (non è uno spot: sapete che odio la pubblicità).
A loro non interessa "crescere", interessa guadagnare: dunque sarebbe ideale che non lavorassero nell'informatica ma piuttosto... beh, i maschi potrebbero aprire un casinò e le donne...
Invece, guarda caso, stiamo dimostrando che non può, non deve esistere guadagno slegato dal lavoro. Le borse mondiali sono ormai indicatori di qualunque cosa tranne che dell'effettiva qualità dei prodotti che le aziende producono: e quando quelle borse collasseranno, non dite che non ve l'avevo detto (anche perché spero di averlo detto per primo a me stesso!) *****

Ultime notizie! L'Induviduo vuole farmi causa! Leggete qui il verdetto.
Ultimissime! L'Induviduo non si è più sentito... spero sia deceduto, insieme ai suoi legali.

Capita poi spessissimo che da ogni parte si levi la crociata volta a "favorire la concorrenza ed il libero mercato", ma con il solo concreto risultato di far chiudere i piccoli negozi favorendo la nascita di enormi centri commerciali. E' pazzesco vedere come la gente si gongoli nell'ipocrisia: d'altronde tutti ce l'hanno con "i piccoli negozi di quartiere che sono carissimi rispetto ai centri commerciali", ma poi, non appena hanno qualcosa di proprio da vendere o comunque far valere, ci tengono a far sapere che il loro prodotto è molto migliore di quello fatto in serie nell'ipermercato! (il discorso vale dalla cucina all'automobile e oltre.)
Secondo me, che i piccoli negozi chiudano non è grave, se questi non danno nulla di più: per comprare un surgelato confezionato, tanto vale andare in un supermercato e pagarlo meno che prenderlo in un negozietto e pagarlo di più. Diverso è il discorso se il negozietto può darti qualcosa di più: una ricetta o un consiglio o qualche altra comodità.
E un'altra considerazione va fatta constatando che quasi tutte le grosse ditte danno servizi molto simili. Non c'è una concorrenza vera e propria: una compagnia telefonica inventa una nuova tariffa (sai che scienza, ndr: basta vedere le "promozioni" di Blu ****** per capire che siamo alla frutta (il numero su misura per te, schiaccia questo e il numero si compone da solo...)). Idem dicasi per le auto, o per le assicurazioni o le banche (e si torna al discorso pubblicità). La differenza finisce per essere il modo con cui l'addetto o l'impiegato si comportano con l'utente: quindi alla fine può non esserci differenza tra un piccolo negozio e un nome famoso a livello mondiale, se quest'ultimo è gestito, localmente, da idioti.


E' il discorso della globalizzazione...
Mercato globale
Il mercato globale è una bufala, servirà a rendere tutti poveri e prigionieri uguali, e non ricchi e liberi.
Per quanto io mi veda comunque costretto a fare delle precisazioni. Io sono favorevole allo sviluppo tecnologico. E sono contrario alle manifestazioni stile squatter o "popolo di Seattle/No Global", così come alle occupazioni delle scuole et similia. Se si vuole protestare ci sono altri metodi: dire il fatto suo a chi non vuole ascoltare (ed eventualmente usare maniere più forti), oppure fare la guerra al supermercato come dice Grillo, spostando i soldi che sono l'unica cosa che conta al livello delle "multinazionali". Scendere in piazza rompendo una vetrina del McDonald's non serve a nulla se non a farti passare per ragazzotto teppista e (magari) figlio di papà annoiato che non sa più come divertirsi.
E poi, statisticamente, McDonald's fa molto meno male della specialità comprata al negozietto sotto casa: pensate a quanti milioni di persone si sfamano e non stanno male mangiando hamburger, e pensate a quante persone stanno male mangiando magari a una mensa comunale o a un self service di periferia. Percentualmente, voglio dire! Non dimenticare di fare sempre i raffronti in percentuale!
La questione è ancora una volta etica: l'hamburgheraio americano sarebbe più che apprezzabile se non avesse la smania di essere ovunque! Alle Olimpiadi, in ogni città del mondo, nella testa di tutti i bambini... Un po' come la Microsoft che realizza qualunque programma uno possa immaginare: così uno ha un'idea, la sviluppa, la diffonde e... dopo due anni la Microsoft gliel'acquista oppure ne realizza una simile ma cento volte più completa (e mastodontica). Non c'è niente da fare: il desiderio di annientare, di distruggere i nostri simili è troppo radicato in noi (Terminator lo diceva...)
Perché poi, a parte questo, la Microsoft secondo me non è affatto da criticare: fa delle cose che funzionano più che bene (stiamo sempre parlando di computer!) e ha sempre delle idee "buone" che in genere risolvono questo o quel problema ovvero migliorano quello che già esiste. Non date retta a chi vi dice che Linux è migliore di Windows: è proprio un'altra cosa. Ci sono molteplici buone ragioni per cui Linux è inferiore a Windows e per cui voi non potreste (oggi, non dico domani) averlo installato sul vostro computer al posto di Windows: se vi interessa conoscerle, scrivetemi.
Se volete farvene un'idea, ricollegatevi al discorso squatter: se a tutti piace fare la spesa al supermercato o mangiare in un ristorante di lusso, ci sarà un motivo. Altrimenti saremmo tutti per la strada ricoperti di giubbotti fuori moda a protestare rompendo le vetrine e a sostenere che "mangiare troppa carne fa male". La massa in genere detta legge, almeno in questi casi: se Windows è tanto più bello, colorato e semplice da usare, è ovvio che raccolga più simpatia di un altro programma pieno di comandi incomprensibili e con una grafica meno curata.
Al limite potete prendervela col fatto che la gente è stupida e si fa abbagliare da piaceri effimeri: e infatti io di che cosa vi sto parlando da ormai non so quante pagine?

Giusto per darvi uno spunto, vorrei farvi riflettere su un paio di particolari.
Si va all'ipermercato a fare la spesa perché tutto costa meno. Ma l'ipermercato ha tolto il lavoro ai piccoli negozietti di quartiere, ed ora ci sono dei disoccupati (o peggio... magari dei nuovi parassiti che sono finiti a lavorare in un'assicurazione o in una banca): pensate al costo sociale di tutto questo... risparmiamo da una parte, e dall'altra ci incasiniamo la vita.
Si può aumentare la produzione, ma non all'infinito. Pensate a quel genio che un giorno decise di dare da mangiare alle mucche le ossa dei loro simili. Si può ottimizzare un negozietto a gestione familiare, ma ad un certo punto ci si deve fermare o lo si snatura.
La crescita infinita è una chimera. Il grande Luca Carboni un giorno cantò una cosa che diceva "lascia ad altri i progetti troppo complicati..."
Non è vero che le ditte debbano crescere all'infinito, che i fatturati debbano crescere sempre. Su 5 ditte che in passato hanno deciso di ingrandirsi e spostarsi in una sede più grande, almeno quattro sono poi fallite entro poco tempo. Solo il nostro cervello, la nostra conoscenza ed il nostro cuore hanno il diritto di crescere all'infinito.


Restando nell'ambito delle cose che un singolo (in particolare me) può realizzare, accade spesso che quando parlo di un nostro nuovo progetto, molti Induvidui mi muovano questa obiezione: "quella cosa esiste già/quella cosa non si può fare".
Progetti
Gliel'ho già spiegato molte volte, ma non c'è speranza.
Sul fatto che non si può fare, beh... allora smettete pure di viaggiare con aereo, treno, nave e auto perché tutte quelle cose non possono esistere.
Sul fatto che esiste già... La cosa più divertente è che spesso queste critiche arrivano da Induvidui che sono a loro volta "professionisti" ossia gente che lavora in proprio in virtù del fatto che ha delle idee. Che la gente crede in loro. Forse questi tizi ritengono di avere idee migliori degli altri: ebbene, io posso assicurare sia voi che loro che non è così.
In genere si tratta di rappresentanti con del tempo libero che si dilettano a scrivere ed inventare ideuzze collaterali per vendere meglio il prodotto di cui già dispongono (leggi "non inventano nulla di nuovo" e "quanto serve loro per vivere già ce l'hanno grazie ad altri")

Quand'anche questi Induvidui non siano così scarsi, resta l'illogicità della loro obiezione: ma se proprio tu sei uno, dico UNO che DA SOLO cerca di convincere gli altri che il suo prodotto è migliore di quello di altre aziende o multinazionali, perché fai quest'obiezione a me?
Non voglio sapere la risposta a questa domanda.
Personalmente posso solo aggiungere che tutte le volte che costruisco qualcosa e quel qualcosa esiste già, sono convinto che io lo farò in una maniera migliore, più completa, più bella, più rapida o va a sapere... che alla fine a qualcuno potrà tornare utile.
Se non lo pensassi, non lavoreremmo per conto nostro.
Se anche a nessuno servirà quella cosa che ho realizzato perché quella che esisteva prima era migliore, io comunque avrò ampliato il mio sapere (è una posizione egoista, lo so. Mi dispiace)
Comunque ho una buona notizia per tutti: le cose prodotte nelle multinazionali dove tutti gli Induvidui aspirano a lavorare sono belle e funzionanti, ma non saranno mai "geniali". Non esiste la genialità in posti dove si passa il tempo a parlare di calcio o di Grande fratello per poi arrivare a casa alla sera ecc.ecc. pantofole/TV bla-bla.
Ve lo dico con cognizione di causa, perché a volte la genialità non esiste nemmeno nella nostra ditta.
Quindi, se avete delle idee, non esitate a portarle avanti: qualche volta (più spesso di quanto non si creda) le idee nascono in situazioni anomale... in genere quando una persona è felice, in pace con se stessa e con un cervello libero e funzionante.
A volte ripenso al brainstorming... No, niente a che vedere con il famoso film di fantascienza (come speravo io la prima volta che l'ho sentito nominare in banca): si tratta di quel processo messo in atto nelle grandi ditte per tirare fuori delle idee, più idee possibili, dalle teste dei dipendenti.
Un manager con i capelli a punta (Dilbert docet) riunisce n Induvidui intorno a un tavolo e per 5 minuti questi urlano ad alta voce qualunque cosa venga loro in mente in relazione al progetto a cui si sta lavorando. Lo scopo sarebbe raccogliere tutte queste idee supponendo che anche nelle più stupide ci sia qualcosa di buono.
No comment.
Non escludo che a volte il metodo possa funzionare, ma l'idea che un prodotto sia stato progettato in questo modo a me porta in mente il morbo della mucca pazza: troppi Induvidui stressati in pochi metri quadri...
E' strano che io mi sia trattenuto dal dire ai miei ex-colleghi e ex-capi bancari quello che pensavo di loro. E infatti non mi sono trattenuto.


E un altro consiglio che vorrei dare... rivolgendomi agli Induvidui... Smettetela tutti voi Induvidui di preoccuparvi di prendere il raffreddore se uscite e sentite un po' di freddo, di temere un'intossicazione se mangiate in un ristorante e per caso una forchetta ha qualche alone di calcare, di non (vale per i maschi!) voler alzare la tavoletta di un bagno pubblico per paura di chissà quale infezione! Il nostro corpo è progettato per resistere a ben altre prove... e, caso mai non ve ne foste accorti, ciò che nella vita non viene messo alla prova si atrofizza (esatto, proprio come il cervello!)
C'è gente insopportabile che non può stare due ore senza bere acqua o altra bevanda, o che non resiste un'ora senza ingurgitare caramelle.
Dolore
E quando avete un qualche malanno, non correte subito ad imbottirvi di farmaci... Provate a stare al caldo, accettate eventualmente un po' di dolore... sì, è quella cosa che tempra l'animo, sapete? (So che le donne ci tengono a far sapere che loro hanno una cognizione superiore in proposito...) Più lo si scansa e più si finisce di aver paura di qualsiasi cosa. Invece dei non-Induvidui hanno sperimentato e provato che si può resistere a diversi gradi di dolore... Probabilmente anche alcuni tra i vostri antenati hanno sofferto e lottato in guerra o in tempi meno comodi: controllate bene, non è detto che voi abbiate perso del tutto quelle qualità. In Star Trek dicono spesso che il paradiso e l'ozio non sono condizioni naturali per il genere umano, e forse ogni tanto qualcuna giusta la dicono anche lì...
Vabbé, sto divagando...



Torniamo al concreto: ma quanti di voi non si ammazzano dalle risate quando sentono dire che attorno a Gerusalemme si combatte una "guerra di religione"? O in Irlanda del nord?
Religione
Ma vi pare che un Dio che prendesse delle persone e dicesse loro "andate ad uccidere quei vostri simili là, occupano una terra che potrebbe essere vostra" non meriterebbe un link diretto per affanculo.org? Ma no, invece ci sono Induvidui che ci credono veramente... Si dice che di solito siano gli arabi... Io personalmente non ho nulla contro gli arabi perché credo che tra loro ci sia la stessa percentuale di Induvidui che c'è tra noi. Poi conosco qualche arabo che forse è un po' fanatico per qualche aspetto, ma non credo che oggettivamente a lui interessi di più la religione che un buon piatto di lasagne (sostituite con la pietanza tipica più prelibata di ciascuna altra nazione...) anzi, adesso vado da mia madre a vedere se me le prepara!
Quindi, BASTA! Smettetela di riempire i telegiornali di SCEMENZE! (come, ad esempio, le discussioni volte ad accertare se Maria era vergine oppure no... e le discussioni sull'esistenza o meno dell'inferno e dei diavoli)
Lo so che sto banalizzando, ma siccome non tutti siamo Induvidui, vorrei che il telegiornale evitasse di dare le notizie avendo come riferimento l'Ottusangolo e osasse salire un pizzico di livello. Giusto per spiegare.


Non lo nego, io mi ritengo uno di sinistra. Anche se leggendo queste mie righe molti potranno pensare che io sia un nazista. Ma non è così e potrei portare molti argomenti a mia discolpa... se solo fossi certo di poter escludere gli Induvidui dal mio pubblico :-))

E una cosa che mi fa sorridere è che molti miei conoscenti mi muovono questa critica: "ah, io voterò per il Polo... almeno loro hanno delle idee concrete. La sinistra dice di avere tanti progetti migliori, ma poi in pratica finisce per fare le stesse cose della destra, per di più con ipocrisia maggiore"
Sinistra/Destra
Traducendo dall'Individuese, questa frase afferma: io mi ritroverei negli ideali di sinistra (vedi subito sotto una precisazione a questo proposito), ma siccome la sinistra non riesce ad affermarli pienamente, preferisco votare per il partito opposto.
E' ASSURDO!
Come se dicessero: "Ho male a un polso, ma siccome non si riesce a guarirlo preferisco amputarlo e per simmetria amputare anche l'altra mano".

Voglio precisare che io non propendo per la sinistra per motivi storici o ereditari o altro: è solo che, oggettivamente, mi domando chi potrebbe affermare che i valori della destra sono più "umanitari" e condivisibili:
  • Legge del più forte (liberismo) in confronto a tutela per tutti, compresi i più deboli
  • Le frange estreme della destra hanno creato i campi di concentramento (resta ancora da vedere se avessero poi tutti i torti... anche la percentuale di Induvidui tra gli ebrei mi dicono che non scherza!), le frange estreme della sinistra al massimo sono composte da ciccioni vestiti male che occupano delle scuole o delle fabbriche :-))
Nota relativa al punto 2: mi fanno notare che, è vero, tra gli estremisti di sinistra c'è stato anche qualche partigiano e qualcheduno che metteva le bombe contro i dirigenti della DC. Chi sono io per giudicarli dei cattivoni?

Oltretutto io in un mondo governato dalla destra dovrei trovarmi a mio buon agio, viste le mie potenti capacità e la mia innaturale intelligenza!
Dicevo... la vera ragione per cui la gente critica così la sinistra è che è troppo scomoda. La destra ti promette tutto: come dirle di no? Poi non lo manterrà, ma per quel tempo quanti varietà televisivi avranno provveduto a lavarci il cervello e a farci dimenticare quelle poche cifre reali che conoscevamo sull'economia? (ripensate a "1984" di Orwell... ma messo in pratica in un modo che alla gente non dispiaccia)
Se poi un nostro parente povero sarà morto perché non poteva permettersi un'assicurazione privata, bé... pazienza. Si troverà sempre il modo di dare la colpa a qualche statale che stava guardando le estrazioni del superenalotto anziché fare il proprio lavoro (che avrebbe dovuto essere un lavoro motivato bla-bla, fatto da professionisti non spinti da liberismo estremo e voglia di solo guadagno bla-bla... ma da passione per il proprio sapere e il proprio lavoro...)

Personalmente, io ho spesso pensato una cosa che vorrei condividere con voi: ammettiamo che io realizzi una grossa vincita ad un concorso qualunque. O che erediti una fortuna. O che in qualche modo (magari anche onesto, ossia grazie a qualche fantastica idea) io arrivi ad essere capo di un "impero commerciale o industriale". Con che coraggio potrei pensare di essere miliardario e avere in mente le immagini di persone che muoiono di fame o per malattie che da noi sono ormai dimenticate?
Potrei ignorarle, e allora sarei una merdaccia. Oppure potrei essere spinto ad aiutarli, ma magari non saprei come: e se non potessi appagare la mia coscienza, non potrei vivere il mio status di "miliardario". Non ha senso essere "ricchissimi": si può ottenere il giusto riconoscimento per il proprio valore, si può arrivare a non "aver bisogno di lavorare" (brutta espressione) per vivere, ma non si possono giustificare sproporzioni abissali tra chi ha e chi non ha.

C'è qualcuno che sta leggendo queste note ed è d'accordo con me? O almeno, tutti quelli che non sono d'accordo ammetteranno che da domani non dovranno più permettersi di considerarsi cattolici, dato che mi sembra che un certo Gesù, molti anni fa, abbia proposto dei valori come l'uguaglianza, la fratellanza...


Ah... per inciso... la settimana scorsa ho visto per l'ennesima volta un prete dettare legge sull'utero delle donne (l'argomento era la pillola del giorno dopo): credo che se fossi una donna mi darebbe molto fastidio essere considerata una "macchina da riproduzione" senza poter controllare il mio corpo ma dovendo renderne conto ad altri che 1) non hanno (o almeno non dovrebbero avere) la minima esperienza in materia di sesso e bambini e 2) si dicono portatori del volere divino. Sempre quel Dio che quindi, secondo loro, dopo averci mandato in guerra contro i nostri fratelli decide di togliere il libero arbitrio alle nostre donne. Oddio che cosa ho detto... le "nostre" donne: potrete mai perdonarmi per questa uscita retrograda e fallocentrica? Oddio... ma a pensarci bene ho anche invocato il nome di Dio in un discorso su Dio stesso (Bartezzaghi sei grande!).
Religione
Non pensate che io non sia credente. Forse ho solo estremizzato un po' una frase di un mio professore di religione delle medie che diceva che Dio sarà sempre insieme a noi, in qualunque luogo, purché noi ci rivolgiamo a lui. All'epoca questa frase mi servì per smettere di essere costretto ad andare in chiesa tutte le domeniche... ma col tempo mi sono reso conto che voleva dire di più. E credetemi, io parlo spesso al mio Dio, soprattutto quando vedo gli Induvidui ciondolare per strada e mi domando perché...
Dio è con me, ma è con tutti i miei fratelli. E' in ognuno di noi, perché tutto quello che vorremmo che fosse fatto a noi dovremmo farlo ai nostri vicini e tutto quello che non vorremmo fosse fatto a noi non dovremmo mai farlo al nostro prossimo. Questa frase è così semplice, eppure nessuno se la fila: per molti è stato necessario Star Trek per poter comprendere questo messaggio... in fondo Kirk in tedesco significa Chiesa... (a questo proposito, vorrei invitarvi alla lettura del programma politico di Star Trek, un mio peccato di gioventù.)
Questo spiega perché una chiesa affollata di persone che pregano, preferibilmente polacchi o irlandesi, è un luogo "sacro": non è necessario che esista un essere soprannaturale, ma la presenza dei pensieri di persone buone (si spera) uniti tra loro conferisce a quel posto potere e rispettabilità.

Peraltro, vi pare che potrebbero esistere le speculazioni di borsa se tutti la pensassimo così? (Perché è chiaro a tutti, Induvidui compresi, che se io guadagno su delle azioni, da qualche parte nel mondo qualcuno ci sta perdendo?)
Questa semplice regola di vita impedirebbe anche che un cretino ti tagli la strada in macchina, perché il pensiero che un giorno potrebbe capitare a lui o a uno dei suoi cari (probabilmente cretino pure lui, ma qui non c'entra) lo dovrebbe dissuadere.
D'altronde questa regola non l'ho inventata io. Io posso solo aggiungere che è vera, nel senso che non solo non dovremmo ecc.ecc.... ma che se facciamo del bene, ci torna indietro e se facciamo del male, ci torna indietro anch'esso (un po' come affermò Zucchero qualche tempo fa... malmenando Staffelli!)
Parafrasando delle formule del Karma, posso anzi con cognizione di causa affermare che rubare non è altro che un prestito temporaneo: se si rubano 50 euro oggi, è certo che prima o poi verranno restituiti (con un giro più o meno largo) al legittimo proprietario. E con degli interessi commisurati. Funziona: funziona davvero così (il mio amico Franco mi dice che esiste un proverbio piemontese su San Giorgio che recita più o meno la stessa cosa). Se volete verificarla, fate in modo di non lasciare atrofizzare i vostri neuroni davanti al Grande Fratello affinché possiate ricordarvi quello che avete fatto in passato oppure, in alternativa, tenete un diario.
Ovviamente è un "rubare" in senso lato: chiedere troppo per il lavoro che si è fatto, oppure non ricevere il giusto compenso per una vendita o una prestazione effettuata. Prima o poi si compensa. E non c'è bisogno di essere fatalisti, deterministici o di credere in entità sovrannaturali: basta essere convinti che siamo tutti fratelli e che quello che facciamo ad uno ecc.ecc.
Comunque vale anche per il furto vero e proprio, in caso ve lo foste domandati.

Tornando al discorso della chiesa... purtroppo lo so che un giorno, quando sarò famoso, qualche buontempone salterà su nel mezzo di un'intervista e mi domanderà "ma lei è credente? Perché sa, il 98% degli abitanti di questo pianeta crede in una divinità..." In quel momento io mi sentirò molto Jodie Foster in Contact e con un sorriso di gommapiuma gli risponderò "guarda, mio caro Induviduo, che ho conosciuto tanti anni fa una ragazza che andava tutte le domeniche in chiesa e poi aveva regolari rapporti con il suo ragazzo, dimostrando quindi che si possono tenere separate la "chiesa" e il proprio credo. Perché, mio caro Induviduo, non provi a domandare al tuo 98% come si comportano realmente loro una volta usciti dalla "chiesa"?"
Per inciso, è decisamente preferibile una ragazza come quella sopraccitata (o anche sopra-eccitata) che non una che oltre ad andare in chiesa decide anche di essere coerente :-))

Se avete bisogno di riflettere ancora sul concetto di "Dio" diffuso tra i nostri simili, pensate a questi due comportamenti piuttosto frequenti: 1) bestemmiare e 2) chiedergli favori. In entrambi i casi si manifesta un'illogicità totale: perché prendere a parole uno che è enormemente più potente di noi? Oppure, come si fa a chiedere degli egoistici favori a uno che ci ha insegnato che il valore più alto della vita si ottiene dando il proprio bene e se stessi perché qualcun altro possa stare meglio? Ah, saperlo... Meditate, gente, meditate... :-))



C'è una remota possibilità che qualcuno mi consideri il "maestro" dell'ipocrisia in quanto molti aspetti della mia vita privata o del mio pensiero che, mio malgrado, vi ho esposto vi sembreranno fare a pugni con i concetti che ho presentato.
Spero che capiate che non è così.
In caso non ci arriviate, accetterò la vostra critica. Ma voglio precisare che la cosa più importante non è pensare di essere d'accordo con me.
La cosa più importante è PENSARE (grazie Lana (Clelia) e... dimenticavo, Albert Einstein!)

Con buona pace dell'Ottusangolo.




P.S. Credo che in un futuro dovremo anche dire qualcosa sui ragionamenti che fanno i trentenni di oggi, sulla musica che ascoltano... vero Nicola?

E allora parliamone!

Di recente sono stato all'ennesima Festa anni '80.
Il mio commento è: ANTICHI! (grazie Ringo, anche se sei un po' pirla.)

Musica

San Gigi D'agostino aiutaci tu!

Ho visto dei miei coetanei, dei trentenni vestiti come si vestivano le persone fuori moda negli anni 80 (paninari, dark e quant'altro non esistono più... e di quelli che lo erano so io cosa ne è stato: ve lo dirò dopo) che ballavano, chi muovendosi appena, chi scatenandosi come forsennati, su dei ritmi inferiori alle 60 battute per minuto. Per chi non lo sapesse, la musica dance odierna supera agevolmente le 100-120 bpm.

Non è che a me non piaccia quella musica, anzi: l'ho ascoltata durante gli anni 80 e seconda dei casi mi ha fatto sognare o ridere o piangere o al limite mi è scivolata a fianco senza lasciare traccia. L'ho anche ballata: era così bello il primo lento di George Michael ed era così ritmata, pulsante la dance di Baltimora o Rick Astley... e così ricercate le atmosfere dei Simple Minds o dei Depeche Mode.
Ma la musica è arte, è una sensazione, è quella cosa che ti riporta a un momento del passato sin dalle sue prime note, per poi avvolgerti completamente a mano a mano che la melodia si snoda e le note procedono. Puoi apprezzarla così com'è, fine a se stessa; puoi analizzare gli strumenti, decantare le lodi della voce dell'artista. Ma assume il suo significato più alto solo quando la rapporti alla tua vita: una canzone nasce, la ascolti per la prima volta, magari ti rimane in mente... poi diventa famosa, tutti la conoscono, la si sente in radio, in giro nei negozi, in discoteca, di sera al buio, insieme alla tua ragazza o ai tuoi amici. In poco tempo è ovunque: diventa la canzone di quei mesi. Poi incomincia a diventare un'abitudine, c'è un momento in cui diventa di colpo noiosa: e allora va a morire, in capo a poche settimane non la senti più. Quando riemergerà, magari dopo un anno, significherà per sempre quello che siamo stati, quello che abbiamo vissuto e pensato quando quella canzone era in voga. E' una metafora della vita stessa.
Più di un'immagine, più di un odore, una musica si lega intimamente a quello che sei in un dato momento e diventa parte di te.

Ora, il punto è che tutto questo succede a 18 anni, a 25, a 30 e, suppongo (vista la mia giovine età), a 40, a 50.
Ovviamente, a 16/18 anni la tua mente è sgombra: una canzone si unisce al ricordo della prima vacanza senza i genitori, un'altra al primo bacio, un'altra ancora alla visita di leva e un'altra all'esame di maturità.
A 25 hai una canzone che ti parla di un'altra ragazza o del tempo che hai passato insieme al tuo unico amore, e una che ti parla del primo o di un altro lavoro.
A 30 hai delle canzoni che ti parlano di quello che stai facendo in quel momento: all'incirca le stesse cose che stai facendo da dieci anni a questa parte. Quindi è più raro che qualche canzone possa associarsi a delle sensazioni nuove di zecca. In compenso, diventa molto probabile che il nostro cervello si dia di continuo da fare per associare ogni canzone vecchia che ascoltiamo con il ricordo e le sensazioni alle quali è legata.
Non è chiaro perché quel meraviglioso e delicato organo si comporti così: ma è un dato di fatto. E ovviamente più è grande la parte della nostra vita che è già trascorsa, più lo spazio disponibile nel cervello viene riempito da ricordi e meno spazio rimane per il futuro, ossia per i ricordi che devono essere ancora costruiti.
Ancora più ovviamente, ognuno di noi ha dei gusti diversi: quindi c'è chi ama l'Heavy Metal e quindi ascolta solo musica di quel genere, o chi ama i cantautori italiani, o ancora chi ascolta musica da discoteca: per tutti valgono le considerazioni fatte poc'anzi, a parte il fatto che le melodie che ci resteranno impresse saranno un po' differenti.
Qui nasce il primo problema: le persone che oggi si esaltano a ballare pezzi anni 80 dei Wham, degli Spandau Ballet o di Den Harrow, sono le stesse che 15 anni fa dicevano "che palle con 'sti Wham", "le canzoni degli Spandau sono tutte uguali", "che schifo 'sta musica da discoteca"...
Sono anche le stesse che oggi dicono "ah, io la musica di oggi non la capisco...", "le canzoni sono tutte uguali", "quella non è musica, è tutto fatto col computer!"

Ebbene, la brutta notizia che ho per quelle persone è: SIETE VECCHI!

Non vecchi e saggi... questo non sarebbe un male: siete vecchi e stupidi! (per farvi un'idea di questo paragone, prendete Sean Connery e Giulio Andreotti, oppure Albert Einstein e Pol Pot)
Non ci arrivate proprio a capire che quello che state dicendo non è reale, ma è una finta immagine generata dal vostro cervello invecchiato? Non vi ricordate i vostri genitori che 20 anni fa dicevano "Luciano Tajoli sì che sapeva cantare" oppure "Nilla Pizzi ha fatto delle canzoni vere, non come quelle ragazzine truccate che ascolti tu"? Voi cosa gli rispondevate?
E' necessario che voi facciate la stessa limitata e limitante figura davanti ai vostri figli? Non si impara mai niente dagli errori di quelli che sono venuti prima di noi?

La musica degli anni 80 vi sembra più bella perché a quella avete legato i vostri ricordi più belli: se poi siete Induvidui, come suppongo, quelli sono anche i vostri unici ricordi.
Ma, guarda caso, per quelli che hanno diciott'anni nel 2000 è la "musica tutta uguale" di oggi, fatta da quei "travestiti che non si capisce se sono maschi o femmine", quella che segnerà i loro momenti più teneri.

Che cosa vorreste? Che una Annie Lennox decrepita continuasse a cantare "Sweet dreams" fino a 60 anni per la gioia di tutti quelli che avevano 20-25 anni nel 1984? (per inciso, Annie Lennox è comparsa a Sanremo questa primavera e, tutt'altro che decrepita, ha cantato delle belle canzoni).
Se anche voi riuscirete a farvi una ragione del fatto che le canzoni del 1984 sono stupende per riportare alla mente i momenti belli del 1984, e che quelle del 1998 sono perfette per riportare alla mente i ricordi del 1998, vi sentirete più giovani. Laddove giovani non significa belli fighi e fisicamente iperattivi, ma persone in grado di divertirsi, di godere, di vivere ogni momento della vita in ognuna delle sue fasi.
La vita cambia, si cresce... Vivere e godere ogni momento della vita non significa fare il cretino dai 20 ai 60 anni come purtroppo fanno molti Induvidui sperando così di rimanere sempre giovani. Vivere è evolversi: affrontare le sfide dei diciott'anni con l'entusiasmo, le conoscenze e le paure di quell'età; e poi affrontare le sfide dei trent'anni con lo stesso entusiasmo, maggiori conoscenze ed anche maggiori paure. E così via.
Questo significa crescere. Questo significa vivere. E la musica è una metafora della vita.
Ah, naturalmente, se non avete più sfide da intraprendere, vale il solito discorso: acquistate una cassa da morto ed imitate Ceccherini nel "Ciclone", possibilmente per un periodo di tempo più lungo.
Prendete George Michael: allegro e stupidotto nel 1983, romantico nel 1985, più concreto nel 1987, un po' più profondo nei primi anni '90, "Older" come giustamente si è definito lui nel 1996, addirittura Uomo da Pianobar nel 1999.
Lui si sta evolvendo: può non piacerci/vi più, ma quella è la sua vita (e provatevi a dire che odiate George Michael...) Oppure può anche darsi che prima non ci piacesse, ed ora lo apprezziamo.
In entrambi i casi, state dando un giudizio ragionato.

MA BASTA CON QUELLI CHE SBAVANO DIETRO A QUALSIASI CANZONE CHE ABBIA IL BOLLINO "ANNI 80" (p.es. Mario)!

Se le canzoncine stupide di Madonna negli anni 80 vi davano fastidio all'epoca, ve ne devono dare anche oggi. Poi, secondo me, dovrebbe darvi fastidio anche la Madonna di oggi, che se la tira per decametri e ha anche detto a "Specchio" della Stampa che "fare le pulizie nella casa di qualcun altro è il lavoro più umiliante che ci sia... con tutto il rispetto per le donne delle pulizie..." Ma vai a lavorare in miniera! (e due)
Se vi piaceva la musica dance degli anni 80, vi deve piacere anche quella di oggi. Ci sono pezzi dance più melodici, altri più duri: esattamente come succedeva negli anni 80 quando c'erano Sandra e Gazebo e poi Den Harrow e Pump up the volume. Oggi... negli ultimi anni, abbiamo avuto Jamiroquai e Alexia, i Verve e i Daft Punk (e per fortuna ancora i Depeche Mode!).
Siamo cambiati. Ci sono delle nuove generazioni. La musica di vent'anni fa è troppo lenta: io personalmente non riesco più a ballarla, oltre a provare un enorme fastidio quando in discoteca mi fanno sentire quelle canzoni che magari per conto mio posso pure ascoltare e ricordare con un pizzico di nostalgia.
Ma io voglio avere dei ricordi anche della mia vita a trentatrè anni: voglio ricordarmi della musica da discoteca del 2000. Se vado a ballare ad una festa anni 80 mi sembra di rivedere per l'ennesima volta un vecchio film.

Alle volte, con duro sforzo, si riesce persino a convincere queste persone così limitate degli errori di valutazione che stanno commettendo. Ma poi, rientrate nel loro mondo, ritornano rapidamente sulle loro posizioni Induvidualistiche.
Si tratta peraltro delle stesse persone con le quali dieci anni prima potevi scherzare ed oggi, sugli stessi argomenti, non puoi più. Si badi bene: le stesse persone sugli stessi argomenti!
Potrebbe essere comprensibile che un mio coetaneo si alteri se un giovinastro sui vent'anni (magari conosciuto da poco) va da lui e scherzando facesse degli apprezzamenti sull'aspetto fisico di lui o di sua moglie. Ma se si tratta delle stesse persone con cui dieci anni prima si rideva, si facevano scherzi, battutacce e considerazioni filosofiche, perché queste persone non sono più alla mano come lo erano un tempo?
Attenzione: non sto dicendo che si debba fare "i cretini da 20 a 60 anni"... Sto affermando che tra persone che si conoscono da oltre dieci anni e tra le quali c'è sempre stato un buon rapporto, sotto tutti gli aspetti, dovrebbe continuare ad esserci il medesimo feeling di sempre: disponibilità, apertura, condivisione di vedute o dialettica costruttiva.
Invece... il tempo passa e "la vita diventa più dura... sai, mia moglie è fatta così... il lavoro è quello che è... ah, come stavamo bene quando facevamo quinta... AH, COM'ERANO BRAVI GLI U2 QUANDO CANTAVANO "WITH OR WITHOUT YOU", NON QUELLE CANZONCINE STUPIDE DI ADESSO!

BINGO!

Ecco altre domande/concetti che mandano in crisi (e spesso fanno arrabbiare) i trentenni:
  • Come mai con la persona che è al tuo fianco ti annoi (non sai di cosa parlare/cosa fare) per sei sere su sette e per quattordici giorni di vacanza su quindici? Eppure dici di amarla...
  • (caso a) Tu e la tua metà siete insieme da tanti anni, vi volete bene... ma non hai mai, dico mai, pensato che ci fosse una persona più adatta a te tra tutte quelle che hai incontrato/conosciuto in questi anni?
  • (caso b) Tu e la tua metà vi siete conosciuti da poco e state per sposarvi: è stato un colpo di fulmine? Siete sicuri di essere fatti l'uno per l'altra? Non ti sfiora l'idea che siccome hai superato i trent'anni devi "fare in fretta a sistemarti" e "la prima/il primo che ti capita è quello buono"?
  • Sei ancora in contatto con gli amici che avevi a 18, a 22 anni... Come mai sia loro che te non riuscite ad incontrarvi più spesso di due volte in un mese, mentre un tempo uscivate tutte le sere? (questo soprattutto se non si hanno ancora figli che potrebbero giustificare la mancanza di tempo)
  • Come mai gli amici che hai conosciuto di recente, anche se sono buoni e onesti, rimangono un gradino al di sotto di quelli di lunga data? Quelli sono speciali, li senti spesso e parli di qualunque cosa, mentre con questi più recenti ti limiti magari ad uscirci ogni tanto ma non riesci ad entrare in uguale confidenza?
  • Hai avuto o hai intenzione di avere dei figli per dar loro tutto di te, o per dimostrare qualcosa a te e ai tuoi vicini (per esempio che la tua vita non è un fallimento completo)?
  • Che cosa succederebbe se morisse uno dei tuoi amici più cari? Si aprirebbe un vuoto incolmabile e inconcepibile nella tua vita che ti potrebbe portare a valutare diversamente il senso della vita stessa oppure dopo due settimane di tristezza torneresti al tran-tran quotidiano liquidando il tutto con "la vita è uno schifo" e qualche messa di anniversario?
  • La persona che è al tuo fianco significa tutto per te... la vita ha senso solo in funzione di lei. E se la/lo perdessi? Potresti fare finta di niente e ricominciare tutto da capo oppure ti sentiresti finito?

In qualche modo siamo nuovamente di fronte a delle forme di ipocrisia: e quale modo migliore per concludere se non lasciarvi nuovamente nelle mani di Massimo Gramellini e della sua raccolta di "frasi dette da finti innamorati a veri innamorati"?
  • (fra parentesi trovate la traduzione in "sincerese", la lingua meno parlata del mondo).
  • "Ti amo, ma in questo momento non me la sento di stare con nessuno" ("Non ti amo e me la sentirei benissimo di stare con qualcuno, purché sia uno/una che mi faccia un po' penare e non mi dia il suo amore gratis come fai tu").
  • "Sono ancora bloccato (bloccata) dal ricordo di una precedente storia" ("Non mi piaci abbastanza per farmi dimenticare una scottatura che ho preso in passato").
  • "Ho paura di legarmi troppo a te" (Non ho nessuna voglia di legarmi a te").
  • "Ho paura di farti soffrire" ("Ho paura che tu mi asfissi con il tuo amore: posso fare a meno di te, anche se ogni tanto avrò bisogno di telefonarti [facendoti soffrire] per avere una conferma del mio fascino. Almeno finché non trovo qualcuno di cui innamorarmi davvero").
  • "Non ti merito" ("Non ti amo abbastanza per reggere una storia impegnativa come quella che tu vuoi avere con me").
  • "Siamo troppo uguali" ("Con te mi annoio").
  • "Siamo troppo diversi" ("Non solo mi annoio, ma mi innervosisco pure").
  • Può bastare? E non pensiate che chi pronuncia queste parole si senta in malafede. Siamo così abituati a vivere in un mondo di maschere, frasi fatte e insincerità, che anche la battaglia del cuore si gioca con le stesse armi fasulle in voga sul lavoro, in famiglia, dappertutto.

  • Massimo Gramellini

Ah, un PS sull'argomento musica: ovviamente io faccio i miei complimenti a quelli che fanno musica oggi, nel 2000: 20 anni fa era decisamente facile, ma oggi tutto è già stato fatto, detto, suonato. Perdoniamoli se ogni tanto fanno qualche cazzata!


PS2: non perdetevi L'ultimo bacio! E' fondamentale per vivere serenamente i vostri trent'anni! :-))





Scritto nel novembre 2000.
Ultimo aggiornamento: aprile 2004
Più-ultimo aggiornamento: ottobre 2005


* Spero che sia chiaro a tutti "quanti" danni ha portato all'intero Pianeta il NON aver votato per l'omonimo del cantante dei Depeche Mode! :-(
**
*** A fine 2002 il ridimensionamento sembrava imminente e assai tragico (e NON sono io che porto sfiga!)
Tra l'altro, vorrei aprire una piccola parentesi per segnalare "l'escalation" di pubblicità simpatiche che ha messo a segno l'Azienda in questi ultimi anni:
Il tizio in bici che fa per appoggiarsi su una Punto, e il guidatore della macchina si sposta, preferendo farlo cadere anziché rischiare un graffio sull'auto;
Lo slogan "quando compri un'auto giapponese/francese, essi ringraziano";
"Ambarabà ci-ci-co-co, tre civette sul comò, che facevano l'amore con la figlia del dottore... che è una racchia, e mi fa schifo, e le civette fan l'amore con lei solo perché ha Multijet";
U.A.U. = United Against Ugliness (che vuol dire? ma sarete fighi voi... !);
Si direbbe che la strategia adottata sia non solo maltrattare l'audience, ma anche instillare dei pessimi sentimenti. Forse esagero, però...
La cosa grave è che tante persone giudicano "carini, molto carini" questi spot. Al di là di tutto quanto abbiam detto fin qui riguardo alla pubblicità, la mia paura è che passi un messaggio subliminale molto poco piacevole, camuffato dalla solita stupidità.
**** Una frase simile l'ha detta quel mito di Niccolò Fabi, in una sua stupenda canzone del 2003 ("E' non è")
***** Purtroppo, al momento del crollo della borsa avvenuto tra il 2001 e il 2002, parte dei miei averi era ancora investita in borsa. Ovviamente non in new-economy, non sono così piciu!
****** Blu ha chiuso nel 2001... 2002? Insomma, non sono io che porto sfiga, ma evidentemente so cogliere i segni.
******* Cavolo, non me ne sono reso conto ma ho delle cose in comune anche con un pericoloso islamista anti-americanista! Accidenti, sono sempre più preoccupato per i miei poteri!
In questi 4 anni ho in parte modificato la mia visione delle cose. Sono sempre più convinto che la gente è decisamente stupida: lo dico in senso positivo, ossia è stupida ma non cattiva. Se anche fa porcate, è solo perché non ci arriva (o non ha voglia di usare il cervello, per pigrizia), e non perché tendeva effettivamente a nuocere al prossimo (questo, escludendo una percentuale piuttosto limitata di "esseri umani" (chiamiamoli così) che invece è davvero cattiva dentro. Tra questi annoveriamo il nostro cliente francese del 2001-2002, più bastardo di una mandria di bastardi, e la sua degna consorte sarda).
Diciamo che rimane valido il concetto secondo cui "una persona può essere intelligente, ma è molto difficile che, quando il singolo diventa gente, continui ad usare il cervello". Purtroppo capita a tutti. Io, con le mie parole, cercavo di mantenere alta l'attenzione (e il Q.I.) in quelle situazioni che potrebbero portarci a fare gesti stupidi. Voglio dire: non nego a nessuno il diritto a guardarsi il Grande Fratello (tutti sbagliamo), ma chiedo a costoro di tenere acceso il cervello. E lo ripeto più e più volte, perché è molto facile che un programma stupido tenda a farci diventare stupidi e che, subliminalmente, ci passi degli ideali infami...
E un'altra cosa che forse non è stata chiara... è che quanto scrissi qua sopra, con tono spesso strafottente, voleva tendere ad aiutare e incoraggiare il mio prossimo, non a sbeffeggiarlo, umiliarlo e/o vantarmi su di lui.
La mia intenzione era di "sfidare" il lettore a comportarsi da essere umano, e non da ameba.

In linea di massima, comunque, mi sono rassegnato. Forse l'essere umano si merita queste sofferenze, se le cerca perfino, vive male se non può farsi del male (si torna a Matrix). E quindi, in futuro i miei consigli me li terrò per me. Confidando, con Terminator 3, che 3 miliardi di esseri umani incontrino il loro fato di qui al 2029...

Berluscounter!
Dario